E’ difficile far capire alle persone che gli animali hanno dei sentimenti. C’è ancora chi lo nega e allora con pazienza bisogna di nuovo spiegare la differenza tra i concetti di “esseri senzienti” ed “esseri coscienti” per i quali si sono battuti e stanno ancora lottando gli animalisti. Ovvero, “essere senziente” è ormai un diritto universale acquisito degli animali con il quale è stato dichiarato che gli animali hanno dei sentimenti, soffrono e provo dolore come l’uomo. Un diritto grazie al quale si basano le norme sul benessere degli animali. A differenza di ciò, il concetto di “esseri coscienti” è ancora al vaglio dei ricercatori ed è stato riconosciuto solo in alcuni esemplari, in alcuni rari casi di scimmie sfruttate all’interno di laboratori di sperimentazione: ovvero il tema di “essere cosciente” dimostrerebbe che gli animali hanno cognizioni di quello che gli sta accadendo. Una facoltà che ad oggi è solo esclusiva dell’uomo. Tuttavia, il dibattito antispecista e animalista mira a farla riconoscere anche agli animali. Non si tratta di una cosa scontata in quanto ciò comporterebbe un salto “evolutivo” che oggigiorno potremmo dire “quantico” nella coscienza animale e di conseguenza non potremmo più sfruttarli per la ricerca o in altri ambiti.
Questo per far capire come sia ancora lontana la possibilità di una società civile basata sul rispetto degli animali e soprattutto della vita. Eppure ci sono tantissime storie ed immagini che raccontano quanta “umanità” vi siano negli animali. Pare una contraddizione ma non lo è. In ultimo, potremmo citare le condizioni di un anziano labrador di nome Rodney che è stato abbandonato e accolto nel canile del Carson Animal Services, a Los Angeles negli Stati Uniti.
Recentemente è stato lanciato un appello straziante per questo esemplare arrivato nei primi giorni di marzo. “Rodney sta cominciando a diventare depresso e a non sentirsi bene. Ha bisogno di aiuto ora. Il rifugio è pieno, potrebbe essere in pericolo e messo nella lista per l’eutanasia”, scrivono i volontari che cercano di tirarlo fuori da quel box diventato per Rodney una prigionia dell’anima.
Il video condiviso che mostra le condizioni e l’afflizione di Rodney è terrificante e ci fa capire il dolore e la sofferenza di questo cane adulto di circa 8 anni. Ci lascia intuire il senso dell’abbandono che sta provando, il dolore infinito nell’essere stato separato dal suo padrone, nell’essere stato tradito nell’anima.
Questi animali non sono dei numeri statistici con i quali elaborare delle tesi come ad esempio “su dieci esemplari anche se muore un cane è un buon numero”. Si tratta di creature viventi che sono state utilizzate e sfruttate come degli oggetti e poi scartate. I volontari per mostrare il senso d’afflizione di Rodney hanno condiviso due video: il primo quando Rodney è arrivato al canile, il secondo che mostra le sue condizioni a distanza di qualche giorno quando, probabilmente, con il tempo questo bellissimo esemplare si è reso conto che non rivedrà mai più il suo padrone. Animali abituati all’affetto umano, a condividere il quotidiano con le persone, regalando gioia e allegria in una casa.
Rodney è l’esempio del senso di abbandono che vivono migliaia di cani ospitati nei canili, feriti nel cuore e pronti a lasciarsi morire per quel sentimento di “amore” che l’uomo pare aver dimenticato all’insegna dell’individualismo.
Rodney dopo qualche giorno
Rodney al suo arrivo
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