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L’amicizia speciale tra un asino e un cane affetto da una patologia neurologica

Kolima e Paolo @screen shot video

E’ diventato virale sui social e sui media di tutto il mondo dedicati al regno degli animali. Si tratta del video condiviso da un utente italiano, Felice Caputo che racconta la storia del suo asino di nome Paolo diventato amico inseparabile di un cane, pastore dell’Anatolia di nome Kolima, affetto da una grave patologia neurologica chiamata sindrome di Wobbler che colpisce le vertebre e limita il movimento.

Questo straordinario esemplare, un gigante ancora cucciolo, non riesce a camminare ma non si da per spacciato. Kolima da sdraiato mostra sempre la sua allegria e gioia di vivere che condivide con un amico speciale: l’asino Paolo che ha capito i problemi del cane e gli sta vicino, giocando e rotolandosi con lui sul fieno.

Si tratta di una rara testimonianza di empatia e d’affetto tra animali di diverse specie per cui pare che l’asino abbia adottato a pieno titolo Kolima.

Nel post con il quale ha condiviso il video, Caputo ha scritto che “Kolima è un Kangal, un Pastore dell’Anatolia, il cane più imponente che io abbia mai visto, ed è diventato membro della nostra famiglia esattamente un mese fa. Purtroppo Kolima ha una patologia maledetta che si chiama Sindrome di Wobbler, una malattia congenita neurologica per colpa della quale le vertebre del suo collo vanno a comprimere il midollo spinale e i nervi, questo gli comporta instabilità della colonna vertebrale, con alterazioni anche a livello delle articolazioni, dei dischi intervertebrali e anche dei legamenti“.

Il proprietario spiega che il cane “si regge in piedi a fatica, cammina in modo traballante, ha difficoltà a rialzarsi da terra e passa la maggior parte della giornata accucciato”. Si tratta di un cucciolo di poco più di una anno con tanta voglia di giocare: “Credevo di averlo adottato io, questo cucciolo, ma ogni giorno mi sembra sempre più evidente che lo abbia adottato il mio asino”.

L’asino Paolo di sei anni è stato svezzato da Caputo che racconta come “l’unico momento della giornata in cui Kolima trova le energie per alzarsi e giocare è quando lo porto da Paolo. Sono uno spettacolo: Paolo, il dispettoso e testardo Paolo, dopo un primo momento di indifferenza ha preso il cagnone sotto la sua ala protettiva, si è reso conto delle difficoltà motorie di Kolima e, per farlo giocare e dargli calore, fa cose incredibili”.

Ebbene sì! L’asino si inginocchia per evitare che il cane si sforzi: “Lo mordicchia, si stende vicino a lui, lo fa mettere nel suo fieno”, ha raccontato il padrone che alla fine lancia un bellissimo messaggio sul significato della parola “amare”: “Lungi da me estrapolare conclusioni mielose da questo fatto, solo, la prossima volta che pensate di poter insegnare a qualcuno come amare o spaccate il cazzo su come deve essere composta una famiglia, venite da me, vi metto un paio di giorni nelle stalle con Paolo e Kolima”.

Come non essere dello stesso parere?

Lui è Kolima.Kolima è un Kangal, un Pastore dell’Anatolia, il cane più imponente che io abbia mai visto, ed è diventato membro della nostra famiglia esattamente un mese fa.Purtroppo Kolima ha una patologia maledetta che si chiama Sindrome di Wobbler, una malattia congenita neurologica per colpa della quale le vertebre del suo collo vanno a comprimere il midollo spinale e i nervi, questo gli comporta “instabilità della colonna vertebrale, con alterazioni anche a livello delle articolazioni, dei dischi intervertebrali e anche dei legamenti”.In pratica Kolima si regge in piedi a fatica, cammina in modo traballante, ha difficoltà a rialzarsi da terra e passa la maggior parte della giornata accucciato.Ma Kolima è anche un cucciolo, ha poco più di un anno, e vorrebbe giocare e spaccare il mondo.Ecco, credevo di averlo adottato io, questo cucciolo, ma ogni giorno mi sembra sempre più evidente che lo abbia adottato il mio asino.Paolo è un asino di sei anni, è con me dallo svezzamento.Quando ero piccolo, mio nonno, il Felice Caputo vero, duro e un pò arrogante come le pietre che aveva spaccato per una vita, mi raccontava sempre del suo asino, di come da ragazzo lo accompagnava a lavorare dalla campagna fino ad Avellino centro, di come non gli saliva in groppa ma andava a piedi al suo fianco, al fianco di Paolo, il Paolo vero.Quando mi sono trasferito ad abitare e a vivere la stessa campagna, decisi di voler convivere a mia volta con un asino, e gli misi una “sepponta” indelebile per ricomporre “Felice e Paolo”, una coppia che a quanto pare continua a funzionare.Se pensate che un asino maschio, per quanto di taglia piccola, possa avere un caratteraccio, sia dispettoso e testardo, avete ragione.Se pensate che un asino maschio sia una animale poco intelligente, di poche pretese e senza empatia, avete torto marcio.L’unico momento della giornata in cui Kolima trova le energie per alzarsi e giocare è quando lo porto da Paolo.Sono uno spettacolo: Paolo, il dispettoso e testardo Paolo, dopo un primo momento di indifferenza ha preso il cagnone sotto la sua ala protettiva, si è reso conto delle difficoltà motorie di Kolima e, per farlo giocare e dargli calore, fa cose incredibili.Si inginocchia per evitare che si sforzi, lo mordicchia, si stende vicino a lui, lo fa mettere nel suo fieno.Paolo ha adottato Kolima.(con sommo dispiacere della capra che non si fida troppo)Lungi da me estrapolare conclusioni mielose da questo fatto, solo, la prossima volta che pensate di poter insegnare a qualcuno come amare o spaccate il cazzo su come deve essere composta una famiglia, venite da me, vi metto un paio di giorni nelle stalle con Paolo e Kolima, così imparate un fatto.

Pubblicato da Felice Caputo su Sabato 6 febbraio 2016

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