C’è finalmente un intervento deciso allo scopo di salvare la popolazione di balene che vivono nel bacino del Mar Mediterraneo. Ogni anno infatti sono tanti i cetacei che muoiono per le cause più disparate. Tra queste c’è il traffico marittimo che in base a delle stime recenti provoca la scomparsa di almeno 40 esemplari. La Francia è però determinata a fermare questa moria e ha recentemente promulgato una legge definita ‘salva-cetacei’.
Si segnala poi quanto fatto dal personale direttivo e di bordo della nave transalpina ma battente bandiera italiana ‘Corsia Ferries’. L’imbarcazione si è dotata di apposita strumentazione anticollisione, stando a quanto riportato da WWF Italia. La sezione del nostro paese del celebre movimento animalista ed ambientalista, che da decenni si batte per la salvaguardia di flora e fauna della terra, rivolge un appello rivolto alle altre compagnie marittime italiane affinché adottino lo stesso sistema della ‘Corsica Ferries’. Ne va del bene delle balene.
Il WWF in Francia ha chiesto ed ottenuto che tale installazione di materiale antiurto diventi obbligatoria su tutte le imbarcazioni superiori ai 24 metri che percorrono il Santuario Pelagos almeno 10 volte all’anno. Questo per dare una idea di quanto siano intensi i traffici. Sarebbe opportuno che anche le navi italiane facessero lo stesso. Perché sono in numero superiore, e perché mostrarebbero buona volontà nel voler proteggere le balene. Sarebbe un atto decisamente nobile. Del resto ne va della salvaguardia degli scafi stessi. In tal modo gli stessi vedrebbero ridursi drasticamente il rischio di uscire danneggiati dall’impatto con questi giganteschi abitanti del mare.
Il traffico delle navi di media e grossa stazza si è incrementato notevolmente nel Mediterraneo, risultando ormai circa il doppio rispetto al 2002 e crescendo con una media del 4% annuo. Per rendere meglio l’idea, lo stesso Mediterraneo rappresenta soltanto lo 0,32% del volume dell’idrosfera esistente sul nostro pianeta, ed al suo interno si concentra il 19% delle imbarcazioni oltre al 7,5% delle specie di flora e fauna marina. Per cui il rischio di collisioni è sempre molto elevato.
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