L’orrore e il terrore nello sguardo. Lo spavento e la paura per un destino scelto e voluto da qualcun altro. Per molti gli animali sono semplici numeri. Esseri viventi che transitano da uno stallo, allevati in maniera intensiva per poi essere trasportati e infine uccisi e macellati. Una catena alimentare imposta dall’uomo per supplire ai suoi bisogni in modo disumano senza considerare la bellezza della vita e dell’esistenza. Addirittura alcuni giovani veterinari tirocinanti in un’azienda di abbattimento ammisero che “dopo un po’ non ci fai più caso”. Ed è proprio questo fenomeno che forse spaventa di più: ovvero il fatto che con la nostra società di consumo siamo talmente assuefatti dalle immagini di violenza che alla fine non incidono più sulla nostra sensibilità.
La storia di Emma è più che esemplare in tal senso. Si tratta di una mucca che, in Germania, era destinata al macello. Il video di Emma ha fatto il giro del mondo ed è diventato virale sui social network, perché per la prima volta è stata documentata la sofferenza di questi animali uccisi dopo anni di prigionia.
La catena alimentare non scarta mai nulla. E’ stata strutturata in modo macchiavellico con una strategia ben precisa nel nome del dio denaro. E così i vitellini delle mucche da latte vengono uccisi, mentre le loro madri, che hanno subito il dolore della separazioni dai loro piccoli, in questo modo possono continuare a produrre il latte e dopo anni di vita snaturata, per cui perdono tonicità dei muscoli, vengono trascinate via per essere abbattute e vendere la loro carne.
Per Emma il destino ha fatto sì che alcuni uomini si accorgessero di lei e provassero compassione guardandola negli occhi che lacrimavano. E così Emma è stata salvata prima che il macellaio facesse il suo lavoro. Emma è stata graziata e a differenza di milioni di altri esemplari ha potuto assaporare e conoscere per la prima volta il significato della vita tra i prati. Cosa che prima di allora le era stato negato.
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