Congelano un pesce portandolo vicino alla morte per poi farlo risuscitare

Congelano un pesce portandolo vicino alla morte per poi farlo risuscitare

@screen shot video
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Ci sono alcuni fenomeni ai quali difficilmente potremmo mai dare una spiegazione come le mode che si sono registrate nei paesi asiatici di portachiavi o accessori con all’interno animali vivi quali tartarughe e pesci rossi oppure quella di dipingere i pulcini di rosa e venduti all’interno di buste di plastica come giocattoli in Thailandia.

Tendenze che ci fanno intuire quanto la vita di un essere vivente non sia rispettata nel mondo la cui sorte, agonia e morte è solo secondaria così come la sofferenza alla quale viene sottoposto. Lo stesso fenomeno viene riscontrato nelle vecchie tradizioni, anche in Occidente, quando andavano di moda i pulcini e anatroccoli per Pasqua a volte anche dipinti, ai quali si aggiungono i divertimenti, da bambini e adolescenti, che consistevano nello sparare con le pistole a piombini sugli uccellini oppure prendersela con le lucertole o i gatti. Chi non ha mai sentito parlare di ricordi di gioventù nei quali dei ragazzi si divertivano a mettere dei petardi attaccati ai gatti per vederli scappare e scoppiare da lontano. Torture vere e proprie che tutti coloro che se le ricordano non condannano ma giustificano dicendo “che bei tempi”, senza avere un ben che minimo rimorso, magari ammettendo un po’ di senso di colpa: “Però quel povero gatto o uccellino rimasto senza una gamba chissà che fine avrà fatto”.

Purtroppo sono fatti e comportamenti diffusi che invitano a riflettere e che si ripetono negli anni, perfezionandosi, come il caso esploso inizio 2016 riguardo alla tendenza di congelare un pesce vivo portandolo vicino alla morte per poi farlo risuscitare immergendolo nell’acqua calda in una bacinella di plastica e gridare al “miracolo”.

Quello che risulta sconcertante non è poi il fatto in sé ma i commenti sotto al video condiviso sulla pagina Facebook Fishing and Boat ramp Fails che ha riscontrato oltre 500mila visualizzazioni e migliaia di post di utenti che si sono cimentati a ripetere l’esperimento: “E’ molto divertente accade anche nei granchi di fango. Ho provato a congelarne un per due giorni interi ed è tornato alla vita. Sembrava piuttosto arrabbiato e a metà morto cerebralmente, ma era di nuovo vivo”, scrive un utente, mentre altri sottolineano che il pesce nel video è solo a metà congelato, gridando “alla bufala”. Insomma un vero e proprio inno alle torture animali che si spingono sempre “oltre al limite ignoto”, come direbbe Crozza.

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