Da Mariupol a Zaporizhia. La storia commovente del cane Zhu e Pedin, una fuga di 225km che li ha portati alla salvezza.
Igor Pedin, un coraggioso uomo di 61 anni non aveva la minima intenzione di abbandonare il suo fedele amico Zhu, un terrier di nove anni, rimasto a Mariupol, città dove vivevano entrambi, prima che la loro casa e tutto ciò che conoscevano venisse distrutto. Arrivano le truppe russe a saccheggiare tutto ciò che era rimasto, Pedin ha immediatamente capito che lui e il suo cane, per poterlo salvare, dovevano diventare invisibili.
Alle sei di quella mattina i due danno le spalle a quella che era stata la loro casa, per attraversare la lunga strada che avrebbe permesso a Pedin di salvare il suo fedele amico a quattro zampe. La città era completamente assediata e passare inosservati non sarebbe stato facile.
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L’uomo trasportava uno zaino di cinquanta chili, insieme al suo cane hanno percorso i primi cinque chilometri che li avrebbero portati fuori dalla città. Sembravano dei vagabondi, nessuno ha fermato i due coraggiosi viaggiatori, che dopo aver attraversato rovine e distruzione sono arrivati a Nikolske, a venti chilometri da Mariupol.
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Pedin poteva soltanto sperare che nessuno tentasse di separarlo dal suo Zhu Zhu, e le sue preghiere sembrava stessero funzionando fino ad un check point, in cui le speranze del padrone sembrava stessero per andare in pezzi: l’uomo viene portato in un ufficio, dove viene minacciato da un soldato russo, intento ad interrogarlo, mentre altri trattenevano il cane Zhu. Alla fine vengono rilasciati entrambi, con un foglio che gli avrebbe permesso di raggiungere la loro destinazione senza altri ostacoli.
Zhu continua a camminare accanto il suo padrone, senza lamentarsi nemmeno per un istante, capendo che quell’uomo stava rischiando tutto per salvargli la vita. Si sommano i più chilometri, i due sono esausti, raggiungono un ultimo ostacolo: un ponte che a causa dei bombardamenti è stato completamente distrutto, con un dislivello di oltre trenta metri. Zhu non esita, e guida il suo padrone oltre quell’ultimo tratto di strada che ormai sembrava infinito. I due vengono accompagnati da un uomo con una macchina per gli ultimi metri del loro viaggio, in lontananza ben visibile la bandiera Ucraina: Zhu è al sicuro, lui e il suo padrone sono arrivati a casa. (Beatrice Croce)
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