Proseguiamo il nostro percorso alla scoperta di alcuni volontari che operano nel Belpaese. Dopo aver intervistato la giovane Federica Anzaldi di Canicattì che ci ha raccontato l’ambiente in cui opera e le difficoltà quotidiane del territorio nel gestire il fenomeno degli abbandoni e del randagismo, nell’indifferenza delle istituzioni, continuiamo a scoprire alcune persone che operano nel silenzio e fanno la differenza, contribuendo a salvare la vita a decine di animali. Siamo nella provincia di Rieti, alle porte di Roma dove una giovane donna romana, ha lasciato dietro di sé una vita confortevole cittadina, per dedicarsi anima e corpo ai pelosi. Il suo impegno quotidiano è rivolto anche alla collaborazione con Anima Equina Onlus, dedicata al recupero e al salvataggio dei cavalli. Ma l’attività prevalente di Francesca Cosentino è quella sul piano individuale, sempre pronta ad impegnarsi in prima persona a salvare animali. Che siano cavalli destinati al macello, avviando delle collette in rete per riscattarli dai commercianti o mucche dismesse dalla produzione del latte o agnelli a ridosso di Pasqua o Natale. L’iter è sempre lo stesso e la giovane volontaria ogni giorno è pronta a ricominciare grazie anche al supporto di una fitta rete di volontarie, amanti degli animali in tutta Italia che diramano gli appelli e si adoperano a sostenere salvataggi e a promuovere adozioni.
Ecco allora che abbiamo deciso di capire questo universo e di scoprire i motivi che spingono alcune persone a rinunciare a tutto per i 4zampe, a sacrificarsi e soprattutto disposte a mettersi in gioco anche sentimentalmente ed emotivamente, pronte a rimettersi in discussione come individui sociali contro un sistema di cui sono vittime gli animali: dagli abbandoni, agli allevamenti, passando per i maltrattamenti, spesso condannati dalle stesse istituzioni che ormai si sa non hanno più né disponibilità economiche né il sostegno delle normative inadeguate.
Ci parli della sua esperienza? Quanti animali ha e perché questa scelta?
Diciamo che sono nata con animali in casa. Nata e cresciuta con loro quindi più che una scelta per me è sempre stata normalità. Li ho considerati da sempre parte della famiglia. Per l’educazione ho avuto una gran maestra che mi ha insegnato a rispettarli e ad amarli: mia madre. Al momento avrò all’incirca una cinquantina d’animali tra quelli raccattati dalla strada e salvati dal macello.
Che differenza c’è tra un cane, un cavallo, una papera od un’oca?
Non c’è nessuna differenza. La società ci ha cresciuti imponendoci una sorta di differenza tra animali di serie A, quelli da coccolare e da amare e quelli di serie B, da sfruttare. Non è così, sono tutti da amare. Amano ricevere amore, amano donare amore, soffrono, hanno paura… Ognuno di loro sa essere speciale. È ora che ci si renda conto di quanto sia sbagliato sfruttarli per la carne, il latte, il cibo, vestiario o nella sperimentazione e molto altro. Che la gente si documenti. Che inizi ad usare il cuore.
So che lavora con i cavalli, non è sfruttamento anche questo?
Si lavorò con i cavalli. Doma dolce e recupero cavalli maltrattati o con problematiche. Approcciare un cavallo con rispetto e senza metodi coercitivi non equivale a sfruttare. Creare un legame di fiducia, rispetto e amicizia non equivale a sfruttare. Regalarsi passeggiate all’aria aperta non equivale a sfruttare. Aiutare un animale cercando di fargli capire che gli uomini non sono tutti dei mostri come quelli che hanno incontrato finora per cui hanno riportato ferite psico fisiche, non equivale a sfruttare. Anche perché come ripeto continuamente, aspirare ad un mondo più giusto, onesto e rispettoso per i cavalli con regole che li tutelino è qualcosa di realizzabile. Auspicare ad un mondo dove tutti i cavalli vivano liberi, correndo nei prati è semplicemente pura utopia e predicarlo ingenuamente, ovvero senza impegnarsi per sensibilizzare come accenno nel primo caso porta solo per molti al macello. E questo in tanti dovrebbero capirlo, tanti che predicano senza conoscere neppure ciò di cui parlano.
Cosa significa essere “animalista” secondo lei?
Io non amo essere definita un’animalista. Non amo proprio in sé la parola animalista. Mi spiego: se a lei piacciono i bambini la definiscono “bambinista”? Già la parola in sé mi da di un’etichettatura estremista. Amiamo gli animali, ci muoviamo per il loro benessere. Poi io da molti sono vista un po’ come un’estremista ma se coerenza è vista come estremismo, lo abbraccio volentieri come termine tenendolo ben stretto.
Ci spieghi come funziona la rete dei volontari e sei i social contribuiscono a fare la differenza.
I social sono estremamente importanti; se usati in maniera appropriata ci danno grandi possibilità di aiutare, sensibilizzare, far girare appelli. Bisogna anche lì muoversi con cautela perché come possono far del gran bene anche senza volerlo possono essere molto nocivi. Per esempio facendo girare video o foto di maltrattamenti fini a se stessi. Gli psicopatici sono innumerevoli e prender spunto è un attimo. I volontari sono un bene primario. Sono alla base di tutto, sono coloro che si mettono a disposizione dei più deboli a titolo completamente gratuito. Purtroppo ce ne sono molti che non hanno umiltà. Questo non va bene.
Lei realizza anche delle raccolte fondi per riscattare gli animali dai macelli: per Pasqua gli agnelli, i cavalli o le mucche? Ci racconti di questa esperienza e le problematiche?
Dal 2013, dopo aver passato varie fasi della vita e ho smesso di mangiare carne, ho iniziato a documentarmi e sono diventata vegana. Da allora mi è capitato di salvare degli animali dal macello organizzando delle raccolte fondi. Con l’aiuto di tanti ci si è riusciti. Purtroppo prevale troppo spesso la concezione che gli animali non vanno salvati pagandoli. Sembra quasi che sia un modo per mettersi in pace con la propria coscienza. Secondo me un animale non andrebbe pagato più di quello che lo pagherebbe un macello, altrimenti s’incrementerebbe un mercato nero che andrebbe a loro discapito. Se io lo salvo pagandolo lo stesso prezzo non incremento nulla. Salvo una vita. Il problema sono le persone che vendono l’animale e che tendono sempre ad approfittare del buon cuore di chi hanno davanti. Basta fargli capire che non sei la ciuccia che pagherebbe oro pur di…e se vedono, me lo permetta, un po di palle, si ridimensionano subito…o anche no ed in quel caso purtroppo devi lasciar andare.
Quali sono le difficoltà che incontra o che ha incontrato?
Le difficoltà principali sono queste ed il rapportarsi con gente che non la vede come te e cerca puntualmente di smontarti. Le energie sono preziose e le collette contro il tempo massacranti ed in questi casi sprecarle a parlare e cercar di far capire è solo un dispendio energetico da evitare.
Il dolore più grande?
La morte di mia madre. Se poi devo rimanere in tema animali ogni volta che ho dovuto dire di no ad un animale per richieste economiche eccessive, non potendogli risparmiare il macello.
Il messaggio che vorrebbe lanciare?
Aprite gli occhi. Siate coerenti, se dite d’amare gli animali no contribuite a tutto l’inferno che vivono ogni giorno. Non contribuite al loro sfruttamento. Documentatevi su ciò che vivono, su tutto quello che patiscono, su come i vitellini appena nati vengono strappati alle loro mamme per il vostro latte, per i vostri formaggi e macellati pochi mesi dopo. Fate la connessione, documentatevi per capire cosa nasconde quel bicchiere di latte, quella fettina di prosciutto o quella “gustosa” mozzarella di bufala. E pensate, quando vi dovesse venire in mente di acquistare un cane o un gatto a tutti quelli che ogni giorno muoiono in un canile senza aver mai conosciuto l’affetto di una famiglia. Vivete con il cuore, è questo il mio messaggio.
Ha dei progetti per il futuro?
A breve dovrei riuscire a creare la mia associazione, vegana, che si muoverà su tutto il territorio nazionale per salvare, informare e sensibilizzare. Ovunque si potrà arrivare…arriverà.
Un augurio da parte di Amoreaquattrozampe