I volontari e i ranger di un’associazione decidono di indossare delle divise molto speciali per salvare le zebre orfane dai bracconieri.
L’associazione no-profit “Sheldrick Wildlife Trust” svela le particolari modalità di salvataggio che vengono quotidianamente adottate dai suoi ranger. I volontari dell’associazione, con base operativa in Kenya, si impegnano da anni per garantire la salvaguardia dei cuccioli di zebra rimasti orfani per colpa delle incursioni, sempre più numerose, portate avanti sul territorio dai bracconieri.
Uno dei casi di recupero di un cucciolo di zebra in Kenya più emozionanti è quello che riguarda la piccola Diria. La zebra, dopo essere rimasta orfana a causa dell’agguato – stavolta – di un branco di leoni, è stata poi tratta in salvo dai ranger nel mese di marzo del 2020. Ora, a distanza di 4 anni dal suo recupero, la piccola Diria sembra essere finalmente pronta per poter tornare nel suo habitat naturale.
Per favorire la riuscita delle operazioni di recupero di animali, che molto spesso sono terrorizzati oppure sono stati feriti dai bracconieri, i ranger indossano delle uniformi molto particolari. Queste divise aiutano gli animali spaventati a rassicurarsi, riconoscendo – a prima vista – nei volontari una figura amica. Prima di ogni missione i ranger della @sheldricktrust indossano delle divise sulle quali sono state trasposte le tipiche strisce che caratterizzano il manto delle zebre.
Quando le piccole zebre vengono allontanate dalle zone a rischio vengono trasportate dai volontari nel loro limitrofo rifugio. Lì ciascuna zebra riceve le cure di cui ha bisogno grazie alla presenza, sul campo, di un’équipe di veterinari. Anche in quel caso i ranger non smettono di indossare la loro particolare uniforme.
È di due giorni fa la rassicurante notizia che informa sulla buona salute di Pardamat. Il piccolo e coraggioso elefantino ha appena compiuto 6 mesi. I volontari hanno tratto in salvo il cucciolo nel mese di luglio del 2023, dopo l’uccisione della sua mamma. Il corpo dell’elefantessa senza vita pare sia stato ritrovato dai ranger nella riserva di Mara, dopo essere stata colpita a morte dai bracconieri.
Quest’ultima – secondo quanto affermato dai portavoce dell’organizzazione – sarebbe stata soltanto l’ennesima triste dimostrazione in Kenya del conflitto tra uomo e natura selvatica. Un confronto che purtroppo, nonostante i numerosi e costanti interventi sul territorio dell’associazione, sembra ancora non essere destinato ad placarsi.
I volontari, infine, sono intervenuti con un ultimo post, condiviso sul profilo Instagram dell’associazione in Kenya il 1 febbraio 2024. In didascalia alla pubblicazione i ranger hanno voluto precisare come il sostegno degli utenti sia stato fondamentale, in questi anni, per poter proseguire le loro missioni. Aiutare Diria, non solo a rimanere in vita, ma anche ad affrontare la sua condizione post-traumatica al momento del suo recupero è stato possibile anche, e soprattutto, grazie alla loro vicinanza. (Giada Ciliberto)
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