Ci sono alcune specie di uccelli in grado di volare per tantissimo tempo in maniera ininterrotta, senza posarsi mai a terra e coprire così distanze enormi. La cosa, straordinaria per chi può leggerla adesso, era già nota da diverso tempo agli scienziati, i quali sospettavano che, esattamente per come accade con i delfini, questi volatili adoperino un emisfero alla volta del loro cervello lasciando riposare a turno l’altra metà. Un comportamento però mai osservato in maniera diretta fino ad oggi.
Uno studio pubblicato sulla rivista specializzata ‘Nature Communications’ svela adesso la capacità degli uccelli abituati a viaggiare per enormi rotte transmigratorie di sfruttare quello che è uno straordinario ‘gps integrato’ nella loro testa, che consente loro non soltanto di riposarsi nel bel mezzo del viaggio ma anche di sapere perfettamente dove andare e come orientarsi anche durante la fase REM.
Niels Rattenborg, studioso dell’istituto tedesco ‘Max Planck Institute for Ornithology’, ha ideato e messo a punto un congegno che rileva gli impulsi elettrici degli uccelli durante il volo, testandolo su degli esemplari di fregata maggiore, uccello dell’Oceano Pacifico che nidifica nell’arcipelago delle Isole Galapagos, in Ecuador, e compie rotte anche di tremila km nella sua ricerca periodica di cibo senza mai interrompere il proprio volo.
Gli uccelli si addormentano con il sopraggiungere della notte, quando si alzano di quota, mentre al contrario di giorno restano più vicini al suolo per cacciare, e hanno svelato delle sessioni di sonno ad onde lente il più delle volte riconducibili ad un solo emisfero, specialmente quando si tratta di dover sfruttare le correnti ascensionali per restare in volo. Sorprende infine la differenza di tempo dedicata al volo dalla fregata maggiore: solamente 42 minuti quando si libra in aria, a fronte delle 12 ore quando è nel proprio nido.
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