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Vivisezione, Aidaa: un giro d’affari molto più ampio di quanto si pensa

Il presidente dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa), Lorenzo Croce torna sul tema della vivisezione, analizzando il rapporto del Ministero della Salute, diffuso sulla Gazzetta ufficiale lo scorso aprile 2017, relativo ai dati del 2015. 4 aprile 2017 540 cani “chiuso greenhill era stato detto che non ci sarebbe stata sperimentazione sugli animali.

In un post pubblicato sul blog dell’associazione Aidaa ha volto ricordare che in base ai numeri si contano 580 mila animali utilizzati nel 2015 nei laboratori di ricerca, si registrano ben 540 cani. “L’Italia è stata vietata vendita ma non importazione e sperimentazione: 540 cani sono stati torturati e uccisi nei laboratori italiani”, sottolinea Croce.

Il fenomeno sul quale si sofferma il presidente dell’associazione è quello della provenienza degli animali: “Ben 187 esemplari provengono da allevamenti dell’Ue, 353 cani nati nel resto del mondo. Non solo non abbiamo bloccato nulla, ma in realtà acquistiamo cani dall’estero per sottoporre alla sperimentazione”.

Un’assurdità per Croce che si sofferma nella lettura delle due tabelle diffuse dal ministero, evidenziando in un video denuncia, diffuso su Facebook, che vi sono delle incongruenze tra le quali nella seconda tabella spariscono i macachi di Java e i cani vivisezionati.

“La chiusura di Greenhill è un bluff. Ogni anno arrivano dal mondo cani per essere torturati e vivisezionati con dei costi elevatissimi”, afferma Croce, esprimendo il proprio rammarico.

“Questi sono dati ufficiali. C’è da sapere da dove arrivano e da chi sono nati i cani sperimentati. Stessa sorte per i macachi, per cui nel 2015 era stato confermato che in Italia non vi era più sperimentazione sulle scimmie – prosegue il presidente Aidaa in un video denuncia diffuso su Facebook. Nella tabella del ministero sono indicati 224 macachi, un numero che scompare nella seconda tabella”.

“Un giro molto più amplio di quello che noi crediamo e un giro economico enorme. Pensiamo a quanti animali arrivano in Italia per finire nei laboratori”, ha poi aggiunto. Di sicuro, Aidaa rilanciando l’argomento vuole mantenere vivo questo fenomeno e far si che si faccia chiarezza sulla provenienza e le filiere di questi animali, per tutelare il loro benessere.

Come più volte evidenziato nei dibattiti, molti esperti che si battono contro la vivisezione, sostenendo i metodi alternativi, hanno denunciato che troppe volte viene consentito ai laboratori, tramite delle deroghe di operare anche sottoponendo gli animali a sofferenze per testare determinate reazione o per la ricerca scientifica.

Recentemente Peta aveva rilanciato anche la petizione contro i laboratori che in Francia utilizzano i cani nella ricerca per la distrofia muscolare, sottoponendo ad atroci sofferenze, centinaia di esemplari che ogni anno non arrivano a sei mesi di età, morendo dopo atroci sofferenze.

E’ inammissibile che l’uomo sfrutti queste creature senzienti e consapevoli nel nome della ricerca in un sistema di violenza istituzionalizzata.

 C.D.

Ecco le tabelle diffuse da Aidaa

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