Sperimentazione animale, non solo topi o ratti, cani e gatti sottoposti a test dolorosi e dannosi
Il tema della sperimentazione animale è un argomento scomodo da affrontare e spesso viene dimenticato. Eppure, la sofferenza degli animali, sacrificati nel nome della ricerca è purtroppo sempre attuale. E’ quanto emerge dai dati pubblicati dal quotidiano irlandese belfastlive.co.uk riguardo ai numeri di animali usati per la ricerca scientifica in Irlanda del Nord.
Una media di ben 66 animali al giorno sottoposti a esperimenti definiti “dolorosi e dannosi”. Uno scenario preoccupante in quanto sarebbe aumentato in 5 anni, dal 2012 al 2017, il numero di animali usati nella sperimentazione, passando da 18mila a 25 mila esemplari. Registrando un aumento di quasi il 40% dal 2012.
Il leader del Partito Verde dell’Irlanda del Nord, Steven Agnew, si è detto “turbato da questo aumento”.
“Secondo queste statistiche, in media ogni giorno nel 2017, 66 animali sono stati sottoposti a esperimenti spesso dolorosi e dannosi. I topi rappresentano circa la metù del numero di animali usati dai ricercatori, seguiti da un terzo di sperimenti condotti sui bovini, 102 cani e 90 gatti”. Ha spiegato Agnew, commentando le tabelle, diffuse dal Dipartimento della Salute.
“Questi animali sono stati sottoposti a procedure dolorose, stressanti e che causano danni a lungo termine. In particolare, 8.000 procedure sono state descritte come moderate o gravi che infliggono dolore, sofferenza e arrivano a provocare anche la morte dell’animale”.
In totale, in Irlanda del Nord sono stati effettuati 25mila test. Il leader Verde si è pertanto chiesto come sia possibile proseguire con queste ricerche “piuttosto che cercare metodi alternativi”.
Test su animali, violazione diritti degli animali
Secondo quanto riporta il quotidiano locale, circa 5mila animali usati nei laboratori, sono stati allevati o creati in laboratorio con modifiche genetiche, il restante numero è invece stato sottoposto a test.
Circa 500 animali hanno invece subito dei test dolorosi, nei laboratori universitari, istituzionali o in aziende private (4%). Nel corso di questi test, si palesano forme di violazione del benessere degli animali. Tra questi, nell’animale viene iniettata una malattia a lungo termine, privandolo di cibo e acqua, in altri casi, è sottoposto a deficit e a patologie neurodegenerativi.
Un portavoce di Queen University dove ha sede uno dei più importanti dipartimenti che svolge ricerca sugli animali a Belfast, ha commentato che “questi test sugli animali venogno svolti solo quando è assolutamente essenziale per gli studi clinici, biomedici e ambientali e dove non ci sono alternative”.
Questo include anche l’allevamento degli animali, come in base al regolamentato sulle procedure scientifiche sugli animali, in Irlanda del Nord, del 1986 e successive modifiche.
Di fronte ai dati che indicano solo sofferenza, i leader e i responsabili delle associazioni stanno chiedendo a granvoce maggiori tutele per gli animali e al governo che siano sovvenzionate ricerche con metodi alternativi senza animali.
Leggi anche–>Sperimentazione: 600mila animali usati in Italia, “sono pochi” per i ricercatori
C.D.