Cane in fin di vita con segni di combattimento rinvenuto a Salerno
Un cucciolo, un esemplare giovane di 18 mesi, non ancora entrato nella sua fase adulta. Un cucciolo che avrebbe dovuto solo continuare ad esplorare il mondo, ad interagire con le persone, rafforzando il legame e il suo carattere, giocando. Invece è stato sottoposto alle peggiori condizioni e violenze del caso. Quelle dei combattimenti tra cani.
A differenza di molti altri casi simili, questo esemplare aveva un microchip. Tuttavia, come dennuncia la responsabile della sezione di Salerno della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (Lndc), Antonella Centanni, ci sono stati diversi passaggi di proprietà che non sono stati registrati.
“Ha il microchip risulta ad una persona di Avellino, che ha dichiarato di averlo affidato ancora cucciolo ad un famoso allevamento di Pontecagnano che, a sua volta, l’avrebbe affidato ad una terza persona, guarda un po’…..deceduta!!!”
E’ quanto scrive in un post la responsabile Lndc, intervenuta sul posto per soccorere il povero esemplare. Dalle immagini condivise in rete, il cane appare di razza Corso, una di quelle razze molossoide utilizzate nei combattimenti.
Il cane raccolto per strada era ferito gravemente ad un orecchio sanguinolente, con segni dei combattimenti passati e recenti. La responsabile Lndc non ha dubbi e conferma che “ci sono tutti gli estremi del maltrattamento e abbandono”.
Dal Rapporto zoomafia 2017 del Lav, era stato evidenziato l’allarme combattimenti tra animali. Negli ultimi anni infatti sarebbero aumentati del 189% i sequestri dei cani da combattimento e del 38% le persone denunciate rispetto al 2015. Ma non solo. Molti altri casi riconducibili ai combattimenti sono aumentati in Italia. Come “ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con esiti cicatriziali riconducibili alle lotte, furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti, sequestri di allevamenti di pit bull, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni”. Per la Lav si tratta di una “recrudescenza del fenomeno”.
Purtroppo, la legge spesso non garantisce giustizia in questi casi. I combattimenti tra animali rappresentano lo 0,35% dei procedimenti. In base ai dati, diffusi dalla Lav, purtroppo, le denunce e i processi che arrivano a sentenza sono meno del 30%, di cui solo il 15% dei processi arrivano ad una sentenza di condanna. Per questo la Lav ha attivo un recapito “SOS Combattimenti” tel. 064461206 con il quale raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali.
Come raccontato nel bellissimo quanto crudele film di Paul Solet “Bullet Head“, sottoporre un cane ai combattimenti è tradire la sua fiducia. I diversi passaggi di proprietà, mirati a far perdere le tracce di questi esemplari usati per fini illeciti, è tipico nel settore sommerso.
Ecco perché la stessa Centanni ha dichiarato che “ci vogliono leggi più severe, maggiori controlli e ci vuole chi purtroppo controlla chi dovrebbe vigilare. In questo caso se si fanno le dovute indagini, sulle dichiarazioni fatte dal primo proprietario si potrebbe risalire a chi ha commesso questo crimine”.
Creare un’anagrafe comune a livello nazionale, monitorare i passaggi ed effettuare dei controlli sul territorio da parte delle autorità veterinarie locali è fondamentale per tutelare questi esemplari. Tanto più in province e regioni dove è diffuso la criminalità organizzata.
C.D.
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