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Allevamenti “lager” per il formaggio: vitelli maltrattati crudelmente

Vitelli maltrattati. La malvagità che si nasconde dietro la produzione del formaggio Babybel lascia senza parole. Una crudeltà inaudita

Crudeltà per produrre formaggio

Siamo in tantissimi a mangiare il formaggio, ma ignoriamo cosa si cela dietro la sua preparazione. Il processo che viene attuato è spesso inimmaginabile e in tanti casi fa rabbrividire. L’ inferno che si nasconde dietro ciò che mangiamo, è stato svelato dall’associazione Animal Equality, che ha registrato in un filmato le terribili condizioni in cui versano gli 11mila vitelli di uno dei più grandi allevamenti degli Stati Uniti. La brutalità inferta ai poveri animali è sconcertante.

Vitelli maltrattati, la crudeltà che si nasconde dietro il formaggio

Vitelli (Foto Pixabay)

Il maltrattamento che viene riservato ai vitelli viene applicato fin dalla loro nascita. Separati dalla madre a mezz’ora dalla venuta al mondo, vengono legati e trasportati all’interno delle gabbie con temperature che toccano i -20 C°. Le conseguenze del gelo sono devastanti: congelamento e distaccamento degli zoccoli. Ciò oltre a provocare un dolore disumano, comporta immobilità e una lenta agonia sul cemento.

Molti vitelli non riescono a sopportare le bassissime temperature, al punto tale da non poter sopravvivere. I piccoli bovini sono denutriti e quando si ammalano sono privati di una cura veterinaria.

Abbandonati, soli con le loro sofferenze ignorate, quando muoiono sono ammassati l’uno sopra l’altro, senza alcuna pietà o rimorso per quanto accaduto. Tuttavia, per quelli che riescono malgrado a sopravvivere le condizioni non sono delle migliori. Sono sottoposti a continui maltrattamenti come la rimozione delle corna e la castrazione, tutti senza anestesia.

Vitelli maltrattati, dall’America all’Italia, tanti gli allevamenti coinvolti

Occhi che parlano (Foto Pixabay)

Il caso negli Stati Uniti, purtroppo, non è isolato perché anche in altri allevamenti presenti in Italia sono applicati i medesimi trattamenti. Situazioni del genere coinvolgono anche altri animali come le oche, le galline, i maiali e altri, terribilmente sfruttati per produrre del cibo. Cosa occorrerebbe per fermare tutto questo? Innanzitutto, dovrebbero esserci più controlli e regole al riguardo e poi, sarebbe meglio che ognuno di noi riducesse il consumo di alimenti di origine animale. L’alimentazione di origine vegetale infatti, oltre ad apportare benefici alla nostra salute, potrebbe contribuire  diminuire l’emergenza climatica e soprattutto metterebbe fine alle sofferenze vissute dagli animali coinvolti.

Insieme possiamo fare qualcosa per fermare questo massacro. E’ ora di dire basta!

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B.F.

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Benedicta Felice

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Benedicta Felice

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