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Vista del cavallo: come vede l’uomo

Come vedono i cavalli. Come funziona la vista del cavallo e il modo in cui percepisce l’uomo

@Istock

Il cavallo ha una vista molto particolare. E’ fondamentale capire come funziona per una migliore conoscenza del cavallo che si basa su una comprensione del suo comportamento. La vista è uno dei sensi che il cavallo ha sviluppato nell’arco della sua evoluzione come preda. La sua visione gli permette di vedere a 350°.

Gli occhi del cavallo

Gli occhi del cavallo sono fra i più grandi tra quelli dei mammiferi terrestri. Hanno una dimensione di 5 cm per 6,5 cm. La pupilla del cavallo è orizzontale e non è rotonda.

Gli occhi hanno una posizione laterale che consente una vista panoramica con un campo visivo di circa 350° laddove nell’uomo è di circa 180°.

I colori che vede il cavallo

Secondo le ricerche il cavallo non percepisce tutta la scala di colori come l’uomo. La vista a colori del cavallo è dicromatica, con base di giallo e blu dalla quale scaturiscono il verde e le sfumature di grigio. Quella umana è tricromatica.

Tra i colori che sarebbe in grado di percepire:
– verde e blu, probabilmente per localizzare l’erba e l’acqua
– distingue il rosso e il blu e il giallo
– Non riconosce il viola o l’azzurro
In generale, i colori che non distingue sono percepiti nelle tonalità di grigio.

Vede molto bene la luce riflessa degli oggetti. Non a caso a volte il cavallo appare timoroso di fronte a oggetti sgargianti o molto luminosi. Ecco perché reagiscono anche ad oggetti molto piccoli.

Vista del cavallo: binoculare e monoculare

Essendo collocati lateralmente e molto distanti tra loro il cavallo ha la possibilità di avere due tipi di vista distinti: binoculare e monoculare. Ovvero, l’occhio sinistro e di destra vedono due panorami distinti e inviano segnali a due emisferi del cervello distinti. Per cui arriva a percepire due realtà disuguali.

Vista binoculare

La vista binoculare è quando il cavallo utilizza i due occhi in contemporanea per vedere. Frontalmente copre un campo visivo di 70°. La vista binoculare è utile per riconoscere la profondità degli spazi e per mettere a fuoco. Viene sfruttata per scegliere le piante e l’erba per il pascolo.

Vista monoculare

In modo monoculare, è quanto il cavallo vede da un solo occhio alla volta e ha un campo visivo di 140° per ciascun occhio. In questo modo, il cavallo riesce a vedere due cose nello stesso tempo. Trasmette due informazioni in modo simultaneo al cervello.
Ecco perché è frequente che il cavallo “scarti” all’improvviso, reagendo per istinto ad un input che ha notato. Solo in un secondo tempo, ragione su quello che ha visto. Questo comportamento è influenzato dal fatto che il cervello non riesce a distinguere le due informazioni in contemporanea.

I paraocchi obbligano il cavallo alla vista binoculare eliminando le distrazioni della monoculare.

Quando il cavallo si spaventa di un oggetto, il cavaliere dovrà riportarlo frontalmente, verso l’oggetto, portandolo lentamente a ragionare, facendogli vedere meglio e mettere a fuoco l’oggetto di cui ha avuto paura.

Punto cieco vista del cavallo

Ci sono alcuni punti ciechi che dipendono dalla vista binoculare:

  • Frontalmente: un’area piccola, a forma di cono, che dipende dal suo muso. E’ un punto largo quanto la distanza dei due occhi. Questo significa che il cavallo non vede quello che ha sotto il muso o quello che mangia o tocca con il suo muso. Ecco perché il cavallo quando si trova di fronte all’ostacolo non lo vede e magari inchioda perché teme all’ultimo quello che non vede. A volte, alcuni cavalli o saltano alla cieca oppure per saltare l’ostacolo girano la testa leggermente per vedere l’ostacolo.
  • Punto cieco posteriore: il punto cieco posteriore è più ampio rispetto al frontale. Il cavallo non vede il cavaliere in sella. Ecco perché, nella fase di addestramento, il cavallo viene desensibilizzato a non temere il cavaliere quando gli sale in groppa. E’ importante anche farsi notare dal cavallo quando gli passiamo dietro. Per riflesso istintivo potrebbe calciare. Mantenere il contatto fisico con l’animale, mantenendo la mando sul suo corpo, parlandogli contribuisce a fargli capire la posizione in cui siamo dietro di lui. Il “back” o “passo indietro” del cavallo è un atto di fiducia nei riguardi dell’uomo, perché il cavallo non vede quello che ha dietro di sé.

Se il cavallo sposta la testa, cambia il suo campo visivo per cui la posizione della testa influenza la sua visione circostante. Con il collo iperflesso non vede lo spazio davanti a sé e rischia di andare a sbattere. In queste circostanze, potrebbe tentare di muovere la testa alzandola e abbassandola proprio per vedere l’ambiente di fronte.

Messa a fuoco

Per il cavallo è più difficile mettere a fuoco, ovvero vedere le cose nei dettagli.
Nell’uomo sono presenti umani i muscoli ciliari che contribuiscono a regolare la vista per mettere a fuoco gli oggetti sia lontani che vicini.
La funzione della messa a fuoco nel cavallo sarebbe presente nella retina che ha rilievi e avvallamenti.
Ecco perché, probabilmente, per mettere a fuoco, il cavallo muove la testa osservando un oggetto. Forse, nel tentativo di porre l’oggetto nella depressione della retina più adatta per la distanza dell’oggetto.
Questo si ripercuote sulla nostra comprensione dell’animale e sul perché di alcuni suoi comportamenti come ad esempio quando si sofferma per osservare qualcosa in lontananza. Non solo il cavallo sta cercando di mettere a fuoco ma si avvale anche degli altri suoi sensi.

Percezione del movimento

Anche se il cavallo non ha una vista molto acuta nella percezione dei dettagli, è molto sensibile ai movimenti. Qualsiasi movimento brusco lo spaventa. A volte, una semplice foglia che cade da un albero può spaventarlo.

Vista notturna del cavallo

La visione notturna del cavallo è superiore del 50% a quella dell’uomo. L’occhio presenta una struttura riflettente sottostante la retina chiamata “tapetum lucidum” che permette di raccogliere e riflettere tutta la luce disponibile, anche se poca.
Ecco perché è inoltre molto sensibili ai fasci di luce o a riflessi e cambi di luminosità.

I cambiamenti repentini di luminosità rendono la sua vista sfocata. Non a caso, molti cavalli hanno paura di passare da un luogo luminoso ad un luogo buio come un trailer.

Memoria visiva

Il cavallo ha una buona memoria visiva. Riescono a ricostruire mappe mentali anche in una sola volta, durante una passeggiata, ricordandosi di quasi tutti gli elementi lungo il percorso effettuato.

Questo elemento è fondamentale nella fase di doma per far associare gli oggetti in modo positivo. Evitando che diventi timoroso da adulto.

Tuttavia, può essere pericolosa per le esperienze negative. Se associa ad esempio il filo bianco elettrico, potrebbe temere qualsiasi altro filo bianco anche non elettrico che incontra lungo il suo percorso.

Mito del cavallo che vede ingigantito

Era luogo comune dire che il cavallo vede ingigantito l’ambiente o le cose che lo circondano. Alcune dicerie erano del parere che vedesse sette volte più grande dell’uomo.

Si tratta di un falso mito, una leggenda metropolitana.

Il mito si è forse basato sul fatto che il cavallo ha gli occhi più grandi dell’uomo e di conseguenza si riteneva che vedesse più grande. Tuttavia, il messaggio visivo viene elaborato dal cervello per cui non vi sarebbero nessuna correlazione scientifica  tra la grandezza dell’occhio del cavallo e quella degli oggetti che vede.

E’ stato in tal senso confuso con il modo in cui il cavallo reagisce alla vista di determinati oggetti o in determinate situazioni. In realtà, ciò dipende dal suo sistema visivo complesso, binoculare e monoculare, dei colori ridotti che percepisce, della messa a fuoco, della percezione dei movimenti e dei suoi punti ciechi.

 

>>I cavalli si riconoscono allo specchio: verso il riconoscimento della loro coscienza

C.D.

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