E’ un virus è pericoloso chiamato Virus del Nilo Occidentale (o West Nile Virus) e che si sta espandendo in Europa dove è stato registrato per la prima volta in Ungheria nel 2004 e ha raggiunto l’Italia nel 2008. Il West Nile Virus si è già esteso dal Canada al Venezuela e secondo i dati, negli Stati Uniti ci sono stati ben 20mila casi di malattia neuro invasiva e 2mila decessi con un’incidenza del 44% nei cavalli.
L’Università Statale di Milano ha condotto uno studio sul virus, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, nel quale i ricercatori hanno ricostruito l’origine e la modalità di diffusione del virus, trasmesso dalle zanzare.
Si tratta di un’infezione presente nel sangue degli uccelli che ha origine in Uganda dove è stato isolato per la prima volta nel 1937. Qualsiasi mammifero può essere infetto attraverso la trasmissione delle zanzare. Si tratta di un virus che nell’80% dei casi provoca delle reazioni asintomatiche causando febbre e in un caso su 150 si è verificata una meningo-encefalite letale per le persone, soprattutto anziane.
I ricercatori di Milano hanno evidenziato la presenza di virus in Europa negli anni Sessante e un’epidemia nel 1996 che colpì la Romania. Tuttavia, nel XXI secolo, la presenza del West Nile Virus si è estesa rapidamente dal 2004 verso il sud est europeo, nei paesi dei Balcani e del Mediterraneo orientale, provocando nel 2010 un’epidemia nel Nord della Grecia mentre l’Italia è il paese europeo dove si registrano il maggior numero dei casi.
Secondo le indiscrezioni, l’infezione si espande seguendo il corso del Po e dei sui affluenti. Gianguglielmo Zehender, professore presso il Laboratorio di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Milano, a capo del gruppo di ricerca ha ricordato che, fortunatamente dal 2008 in Italia è in atto un piano di sorveglianza nazionale.
“Il luogo di ingresso è stato stimato in un’area compresa tra l’Adriatico e la valle centrale del Po. Da qui, il virus si sarebbe diffuso lungo l’asse del maggior fiume Italiano: verso Est raggiungendo il delta del Po e il Veneto e verso Ovest, penetrando in Lombardia e in Piemonte. Nella stagione passata (2016) l’epidemia sembra essersi diretta verso sud, lungo il corso dei principali affluenti del Po, frequente tappa di uccelli migratori, potenziali serbatoi dell’infezione, mentre per la nuova stagione estivo-autunnale, appena iniziata, non si sono ancora palesate segnalazioni dagli animali sentinella”, ha dichiarato Zehender.
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