Cane massacrato di botte
Era soprannominato “il gigante buono” ed era la mascotte dei bambini. Kuma, un bellissimo esemplare di pastore tedesco, accompagnava i bambini durante le passeggiate a cavallo, in un centro d’equitazione a Bassano Bresciano.
Dal giorno all’indomani, Kuma era scomparso nel nulla. Solo dopo due settimane, il tragico epilogo. Il cane era vicino casa, sepolto sotto ad un cumulo di sterpaglie e rami tagliati.
“Lo hanno ritrovato con il cranio fracassato e il corpo massacrato dalle botte”, denuncia Riccardo Manca, vice-Presidente della onlus Animalisti Italiani.
Un cane che non dava fastidio a nessuno. “Kuma ha subito una violenza inaudita da un criminale che ci auguriamo venga individuato quanto prima e assicurato alla giustizia”. Conclude Manca.
La rabbia e il dolore. Gli stessi bambini che giocavano con lui, hanno scritto persino delle lettere e ora piangono per la sua scomparsa.
Un ennesimo atto di crudeltà che per Rinaldo Sidoli, dirigente di Animalisti Italiani onlus “deve spingere il Governo ad inasprire con urgenza le pene verso chi maltratta gli animali garantendo maggiore tutela e rispetto a fatti gravi non ancora adeguatamente perseguiti”.
Sidoli evidenzia come “l’esercizio della violenza sugli animali, a nostro avviso, è stato scarsamente contrastato e arginato in passato per l’esiguità delle sanzioni previste”.
Infatti, ricorda il dirigente di Animalisti Italiani onlus, “purtroppo chi ha una condanna di non oltre 5 anni non sconta la pena; lo prevede una norma inserita nel codice penale nel 2015, la cui finalità doveva essere quella di svuotare le carceri ma che, di fatto, ha avuto l’effetto di consentire a molti criminali di farla franca”.
Sdegno delle associazioni. Sul caso è intervenuto anche Lorenzo Croce, presidente di Aidaa. L’associazione animalista ha infatti posto “una taglia di 10.000 euro sulla testa di chi ha ucciso Kuma” a chiunque fornirà indicazioni utili a risalire al responsabile del gesto.
Diversi casi di cronaca cruenti hanno accesso negli ultimi anni i riflettori sul tema della violenza e della crudeltà sugli animali. Dal caso di Angelo, il cane impiccato e bastonato a morte da quattro ragazzi. Oppure, il caso di Amore, il meticcio trascinato da una jeep, ucciso a Irgoli in Sardegna. Cani abbandonati in una fossa comune in Sicilia, lasciati morire di fame e di sete perché ormai inutili.
Ogni giorno, la crudeltà umana supera qualsiasi limite. Cani vittime di raptus, di ritorsioni nei riguardi dei padroni, di vendetta oppure semplicemente di persone senza scrupoli che si vogliono liberare di loro.
L’Fbi ha elevato a crimine efferato la violenza sugli animali, disponendo un data base per monitorare il fenomeno e soprattutto i responsabili di azioni violenti sugli animali.
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Infatti, secondo le ultime ricerche, nell’80% dei casi di chi commette una violenza sugli animali, si rivela essere una persona pericolosa per la stessa società. Un comportamento deviato che in molti casi, emerge fin dall’infanzia.
Nascondere o non denunciare queste persone, non solo significa essere complici ma anche contribuire a lasciare individui pericolosi a piede libero. La condanna deve essere unanime.
C.D.
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