Sarà finalmente vietato uccidere gli animali da pelliccia. Il Parlamento ha approvato l’emendamento.
La decisione era attesa da anni e finalmente è giunta una lieta notizia per i nostri amici animali. Il Governo ha ufficializzato il divieto di uccidere gli animali da pelliccia ed ha stanziato una cospicua cifra per chiudere definitivamente gli allevamenti. Da sempre status symbol di una società ricca e lussuosa, fin dagli anni ’50 la pelliccia simboleggiava l’appartenenza ad un alto rango della società moderna. Proprio come determinate auto o altri determinati orologi, possedere una pelliccia era un vanto. Con il trascorrere del tempo e, fortunatamente, il cambio di rotta della società, sempre meno persone ne posseggono una ed invece sono sempre più i consumatori che ne sostengono l’abrogazione. Dietro ogni pelliccia sfoggiata perché cool, c’è un cucciolo ucciso e finalmente anche l’Italia ha deciso di dire basta a questa immane tragedia.
Vietato uccidere gli animali da pelliccia: cosa prevede la legge
Lo stop all’uccisione di animali da pelliccia, sarà inserito nella prossima manovra del Governo Draghi. A rendere nota la notizia è la capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris.
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“Dal prossimo 1 gennaio l’Italia mette al bando gli allevamenti di animali per produrre pellicce! Una grande vittoria per milioni di animali” è quanto si legge nella nota LAV e riportato su Facebook dalla senatrice. La norma era attesa da tempo e, finalmente, anche il Bel Paese si è aggiunto agli Stati che avevano già posto il veto. Con la manovra saranno salvate tante bestioline come i visoni, la volpe e la martora.
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La manovra prevede una deroga per gli allevamenti già presenti sul territorio che varrà fino al prossimo giugno 2022, data entro cui tutti gli stanziamenti dovranno essere definitivamente chiusi. Il Governo ha previsto 3 milioni di euro per indennizzare gli allevatori ma non è tutto. La stessa manovra sarà volta a combattere anche il randagismo con un fondo di 2 milioni per la prevenzione uniti agli 8 già previsti per i rifugi presenti nei comuni in dissesto. Dunque, finalmente, grandi passi in avanti per la protezione e la tutela dei nostri amici pelosi.
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