Minori che vivono un disagio psicofisico ai quali è vietato approcciarsi agli animali dalle stesse istituzioni
Un tempo erano chiamati orfanotrofi, oggi si tratta di Case famiglie dove i minori rimasti senza genitori o allontanati dalla loro famiglia, ricevono assistenza e vengono protetti.
Tuttavia, quello che denuncia l’Associazione Italiana Difesa animali (AIDAA) e ambiente è alquanto abberrante.
In un comunicato. il presidente dell’associazione, Lorenzo Croce ha segnalato che in base alle normative in vigore, “in molti di questi luoghi di infelice infanzia è proibito detenere animali, quindi bambini che in tenera età non hanno alcuna occasione di poter incontrare ed interagire con cani e gatti”.
A questo si aggiunge uno scenario ancora più raccapricciante. “In alcuni regolamenti di queste comunità specialmente al sud Italia è addirittura proibito toccare per questioni igenico sanitarie i cani ed i gatti ed altri animali“.
Croce ha voluto denunciare questa situazione, annunciando di voler approfondire la questione e di aver inviato “al governo una proposta che prevede la possibilità di aprire gli orfanotrofi ai cani, gatti e tartarughe”.
Tra l’altro, è stato dimostrato, quanto sia importante far crescere i bambini con gli animali. Inoltre, alla luce dei successi registrati con la Pet Therapy, sono emersi molti benefici per i bambini che vivono un disagio psicofisico. Addirittura, la scelta di un animale, si può basare sulle differenze tra le specie e i bisogni dei bambini
L’osservazione del presidente Aidaa è pertinente, tanto più che le Case famiglie ospitano bambini e minori che stanno vivendo un disagio sociale che grava sul loro delicato equilibrio emotivo e psicofisico. Vietare il contatto con gli animali è in parte chiudere in questi ragazzi il canale dell’empatia.
C.D.
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