Ricoverato in ospedale, portano il suo cane in canile
“Aiutatemi a riportare Alfie a casa”. E’ l’appello disperato di un uomo di 30 anni di nome Richard Howard, affetto da disturbi mentali e ricoverato d’urgenza lo scorso 6 aprile, a Manchester, nel Regno Unito. L’uomo chiamò il pronto soccorso venne ricoverato per essere poi dimesso il giorno seguente. Nel frattempo, la polizia, intervenuta sul posto, trovò il suo cane di nome Alfie, un border collie.
Mentre Richard venne trasportato in ospedale, le forze dell’ordine hanno provveduto a prelevare il cane, trasferendolo in canile. Nell’arco di 24h ore, la vita di Richard venne sconvolta. Al suo ritorno, non trovando Alfie a casa, Richard si mise in contatto con la polizia che riferì di aver portato il cane presso un canile, il Leigh Dogs and Cats.
Alfie fu subito messo in adozione e dopo neanche due giorni, fu dato ad una nuova famiglia. Non dopo aver chiesto il consenso all’ex compagna di Richard alla quale era ancora intestato il microchip del cane. La donna consentì all’adozione, indifferente alle necessità affettive del suo ex.
“Grazie al microchip abbiamo rintracciato il vecchio proprietario di Alfie, che ha acconsentito a dare in adozione il cane. E l’animale ha trovato una nuova casa appena due giorni dopo”, riferisce lo staff del canile che, scusandosi con Richard, ha poi sostenuto di non poter aiutare Richard a riprendere Alfie.
“Il mio cane è fondamentale per la mia salute. I cani ti amano incondizionatamente e lui è parte della famiglia”, dichiara il giovane uomo, disperato che ha chiesto di mettersi in contatto con in nuovi proprietari. Per motivi di privacy, il canile non ha dato i riferimenti. Adesso Richard sta portando avanti una campagna in rete per riprendere con sé Alfie.
“Non mi voglio rassegnare a una vita senza di lui”, ha commentato il giovane uomo, che dopo due mesi, a fine maggio, è stato costretto a presentare una denuncia formale, con la speranza di riottenere la custodia di Alfie, ingiustamente portato via dalla sua casa.
Sui social è stata aperta una pagina a sostegno di Richard con tanto di slogan: “Non possiamo cambiare quello che è successo. Adesso sai la verità e hai il potere di riconsegnare Alfie al suo proprietario”.
Quello che ci si chiede è come, nonostante tutto il tam tam mediatico, la nuova famiglia adottiva di Alfie non abbia in tutti questi mesi cercato di mettersi in contatto con Richard e non si sia sentita responsabile del suo dolore, indifferente all’affetto dell’uomo per il suo cane.
Ecco l’appello in rete:
C.D.
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