Un veterano ha atteso che il cane che gli ha salvato la vita in una missione in Iraq andasse in pensione per adottarlo
Alcune esperienze sono difficili da dimenticare. Tanto più se si tratta di esperienze di guerra nelle quali si mette a repentaglio la propria vita. Harvey Holt era un soldato dell’aeronautica militare che ha preso parte a diverse missioni prima di andare in pensione. Tra queste, nel 2006 fu inviato in Iraq dove aveva lavorato assieme ad un cane, un bellissimo esemplare di Pastore Belga di nome Jackson.
“Era la mia prima missione con Jackson, e doveva essere un’operazione semplice in una scuola appena fuori Baqubah. Siamo entrati nella scuola in cerca di armi e di esplosivi, ma la missione si è rivelata tutt’altro che facile. Nel giro di 5 minuti il cane aveva fiutato delle armi e del materiale per costruire delle bombe”, ricorda Holt che aveva da subito capito le straordinarie qualità e l’importanza di avere al fianco un cane come Jackson nelle missioni.
Fu proprio Jackson a salvargli la vita durante un’operazione di controllo. Holt ricorda che stava camminando con il cane quando ad un tratto si fermò di colpo. Poco più avanti c’era un mortaio che avrebbe potuto uccidere ben tre soldati. Jackson non solo salvò la vita a Holt ma anche agli altri militari. In un’altra occasione, durante un conflitto a fuoco, Jackson rimase in un fosso per 16 ore al fianco di Holt in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Nella missione, Holt ha creato un forte legame con Jackson, erano inseparabili, vivevano 24h su 24 h insieme. Per Holt era impossibile dimenticarlo e lasciarlo a fine incarico è stata un’esperienza traumatica per il militare.
“E’ stato un compagno straordinario e uno dei giorni più commuoventi del mio servizio in Iraq è stato quando ho dovuto lasciarlo lì. Non ho mai pianto in Iraq, né quando sono partito per l’Iraq o quando ho visto la mia famiglia per la prima volta e i miei amici quando sono tornato dall’Iraq. Ma quando ho chiuso il cancello, io e Jackson ci siamo seduti nel canile, abbiamo pianto per un’ora, un’ora e mezza. Sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei visto e che Jackson doveva creare un nuovo legame con il suo nuovo proprietario”.
Holt non si è dimenticato di Jackson e sapeva che prima o poi sarebbe stato congedato. Ha aspettato sette anni e poi finalmente quel momento è arrivato. Holt ricevette la telefonata che sperava: Jackson era disponibile per l’adozione.
“All’inizio pensavo fosse uno scherzo perché tutti qui sapevano quanto volevo Jackson e che ne parlavo sempre”, racconta Holt ai media americani, spiegando che “il legame tra il cane e il suo conduttore è eterno. Non dimenticherai mai quel cane. Hai un cane una volta nella vita. E Jackson era il mio cane una volta nella vita”.
Holt ha fatto tutte le pratiche ed è riuscito ad acquistare un biglietto aereo per riportare Jackson al suo fianco, grazie al contributo dei suoi amici e dei vicini di casa che gli hanno donato dei soldi.
Il pastore belga è tornato al fianco del suo compagno. Dopo essere atterrato a Washington, ha proseguito il tragitto fino all’Indiana per raggiungere Holt.
“Non vedevo l’ora di poterlo riabbracciare perché tra di noi si è formato un legame fortissimo ed eterno”, è il commento toccante del militare.
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C.D.
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