Attualmente con la dichiarazione della pandemia si pensava di non dover affrontare il problema della caccia, almeno non nell’immediato.
Ma a quanto pare nonostante il Presidente del Consiglio abbia emanato svariati decreti per far si che le persone rimanessero nelle proprie abitazioni, una delle regioni più colpite in Italia, ovvero il Veneto, sembra aver aggirato il Decreto Restiamo a Casa.
Infatti secondo quanto riportato dal sito di LAV (lega Anti Vivisezione) il Veneto avrebbe dato il via al controllo della fauna selvatica aprendo in maniera implicita la stagione della caccia.
LNDC ( Lega Nazionale del Cane) ha fatto recapitare un comunicato sia al Presidente e agli assessori competenti per ricordare che attualmente a causa dell’epidemia di Covid-19 che tutti i paesi del mondo stanno affrontando vi sono solo pochissime attività permesse e la caccia non è tra queste.
Pertanto è stata richiesta la sospensione di quella che è stata chiamata come controllo della fauna selvatica fino alla fine dell’emergenza.
Il Veneto attualmente ha quindi autorizzato l’attività venatoria al fine di controllare, contenere e eventualmente decimare varie specie selvatiche in termini più comuni, praticamente ha dato l’autorizzazione a cacciare.
Piera Rosati Presidente LNDC Animal Protection ha fatto sentire la sua voce asserendo : “Mentre tutta la popolazione è chiusa in casa, isolata e separata da amici e parenti, ridotta a doversi accontentare della sporadica visita al supermercato per acquistare beni di prima necessità, ai cacciatori viene concesso di infischiarsene della quarantena e di andare in giro a coltivare il loro macabro hobby”
Piera Rosati ha continuato il suo comunicato asserendo che attualmente il periodo è a favore dei cacciatori.
Infatti con la reclusione di moltissime persone gli animali stanno via via avvicinandosi sempre di più alle città e escono allo scoperto dato che la maggiore fonte di pericolo momentaneamente è rinchiusa in casa.
“Una vera e propria manna dal cielo per gli assassini autorizzati che non vedono l’ora di sparare a qualunque cosa si trovi a passare davanti alle loro doppiette”.
La Presidente LNDC ha infatti dichiarato di aver scritto una lettera sia al presidente Zaia , che all’assessore dell’agricoltura caccia e pesca, sia all’assessore dell’ambiente contattando anche la protezione civile, ricordando che momentaneamente “l’ultima versione del DPCM ha previsto misure ancora più restrittive e una maggiore limitazione delle attività consentite, e la caccia non rientra sicuramente tra queste”.
La presidente ha poi tenuto a specificare l’ingiustizia che si verificherebbe nei confronti di ogni cittadino nel caso in cui la caccia venisse effettivamente aperta e permessa.
“Chi ha un cane è costretto a passeggiare in un raggio di massimo 200 metri dalla propria abitazione mentre chi ha un fucile può andare liberamente in giro a uccidere”.
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L.L.
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