“Sgominata rete di vendita di cuccioli online”, “Sventato traffico cuccioli online” o “Truffe online nella vendita dei cuccioli”, titolano la maggior parte dei quotidiani svelando i retroscena di un’operazione della polizia postale, con tanto di denunce, scandali che poi finiscono nel dimenticatoio della cronaca. In alcuni paesi, come la Francia è stata introdotta una normativa entrata in vigore il 1° gennaio del 2016, per regolamentare la vendita online dei cuccioli per cui se qualcuno intende avviare questo tipo di attività deve presentare una domanda al ministero dell’agricoltura e registrarsi tramite una documentazione per cui anche il privato si allinea allo statuto degli allevatori.
Nel Belpaese come sempre, le cose funzionano in tutt’altro modo. A ricordarcelo è l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA) che ha effettuato un monitoraggio in rete, arrivando a denunciare una vera e propria attività “sommersa” e “illegale” nella vendita di cuccioli online.
Aidaa in un comunicato denuncia “una catena di oltre cento negozi on line che propongono via facebook e altri social cuccioli di cani di razza a prezzi competitivi”.
Si tratta ovviamente di un sistema ben articolato sul quale si fondano delle vere e proprie attività commerciali che non garantiscono la provenienza e le condizioni di salute degli animali. Infatti, sottolinea la stessa associazione, molti annunci presentano cuccioli di età inferiore a tre mesi.
“Qualcuno aveva scoperto che in Italia arrivano migliaia di cani illegalmente importanti dai paese dell’est europa, noi grazie a una segnalazione specifica abbiamo scoperto come questi cani vengono commercializzati in maniera del tutto illegale,senza alcun controllo veterinario, venduti senza fattura e in età inferiore rispetto a quella dichiarata”, denuncia Lorenzo Croce, presidente di Aidaa, annunciando di inviare la documentazione alle autorità, in quanto, afferma senza mezzi termini Croce, quanto accertato “è una rete enorme di negozi clandestini online che sono sparsi su tutto il territorio nazionale e che hanno come epicentro il napoletano”.
Tra le immagini condivise in esclusiva ad Amoreaquattrozampe, Aidaa ha presentato una serie di screen shot di annunci, con sede a Napoli, di cuccioli di diverse razze, dai maltesi ai bulldog. Tutti esemplari di razze che ovviamente sono di moda. Basta vedere anche il modo in cui vengono scritte le razze per rendersi conto non tanto della truffa ma dell’ambiente da dove provengono le vendite: boulldog, pinkker ecc.. Nomi di razze storpiati, scritti male che di sicuro non preannunciano niente di buono. Al contrario, fanno letteralmente inorridire, immaginando alle condizioni in cui magari vengono allevati queste adorabili creature innocenti e vittime dello sfruttamento.
Aidaa ha pertanto ricordato di voler avviare una battaglia sul tema della vendita clandestina dei cani di razza. Nel merito, il presidente dell’associazione, evidenzia che “servono nuove regole condivise per regolamentare la vendita online, a nostro avviso per vietarla proprio a livello nazionale ed europeo. Su questo terreno ci aspettiamo un confronto positivo con gli amici del neonato movimento animalista, e da parte di chi da diverse formazioni politiche si occupa di diritti degli animali , è arrivato il momento di mettersi concretamente a proporre soluzioni a questa ed a altre vergogne. Speriamo che oltre al lavoro delle forze dell’ordine si metta mano e si regolamenti questa della vendita online dei cani che è una giungla vera e propria”.
Se da una parte la Polizia Postale condivide e diffonde i “vademecum” per non cadere nelle truffe online c’è chi come Croce chiede che sia posta una seria regolamentazione a livello legislativo.
Non a caso, proprio in questi giorni, la Lav e il ministero della Salute la Lav hanno diffuso i dati sulle vendite e trasporto illegale di cuccioli, con tanto di manuale di”Procedure per l’esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti” realizzato dalla Lav, il ministero della salute e la Fnovi, Federazione nazionale ordini veterinari italiani. Il vademecum illustra il sistema di norme europee, che disciplina gli scambi commerciali di cani e gatti tra Stati membri dell’Unione Europea ed è pensato per facilitare l’attività di controllo da parte delle Autorità competenti.
Un settore che quello dell’allevamento e il commercio dei cani e gatti attorno al quale operano circa 300mila persone per un giro d’affari di 1,3 trilioni di euro l’anno, come emerso dallo studio “Benessere di cani e gatti coinvolti in attività commerciali” della Commissione Europea, condotto nel 2014 in dodici Paesi, e citato dal quotidiano Repubblica.it. Tuttavia, al di là di questo commercio in parte controllato, vi è il traffico illegale che coinvolge non solo i paesi dell’Est, come Ungheria, Slovacchia, Polonia, la Romania e la Repubblica Ceca ma anche attività illecite sullo stesso territorio nazionale. La Lav ha infatti sostenuto che purtroppo in materia di illeciti sul traffico dei cuccioli dell’est non sono state messe in campo risorse sufficienti a contrastare il fenomeno.
A questo, Aidaa aggiunge pertanto la necessità di un monitoraggio online e di una regolamentazione, come stabilita in altri paesi europei.
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