Alcune piante sono tossiche anche per i cavalli
Il cavallo impara a selezionare l’erba grazie all’olfatto e alle vibrisse, ovvero quei peli che sono più spessi e più duri situati sul muso del cavallo, intorno alle narici e alla bocca dell’animale. Non tutte le piante sono commestibile e come per altri animali, ci sono piante tossiche per i cavalli. Spesso, viene suggerito di ripulire il terreno da quelle piante, per evitare incidenti o pericoli.
Le vibrisse sono dei ricettori tattili collegati al sistema nervoso. Non devono essere tagliate o accorciate in quanto si tratta di un organo sensoriale importante per l’animale. Non solo le vibrisse servono a captare i campi magnetici, i movimenti d’aria e gli spazi, aiutando il cavallo a percepire la distanza ma anche a localizzare cibo e acqua. Un organo d’informazione fondamentale anche per la scelta dell’erba e delle piante da mangiare. E’ grazie alle vibrisse che il cavallo individua le piante che non deve mangiare.
Un cavallo privato di questo organo potrebbe essere esposto a molti pericoli a cominciare dall’ingestione di piante tossiche.
Ecco le piante che non devono essere mangiate dal cavallo:
Oleandro (Nerium oleander)
Molto diffusa nei giardini, è una pianta pericolosa per cui è sufficiente una dose di foglie verdi pari allo 0,005% del peso corporeo del cavallo, per portarlo alla morte. L’oleandro agisce a livello cardiaco con azione eccitatoria sul cuore.
Aconito
Una pianta molto bella dai colori azzurro-violacee, che provoca sintomi neurologici, respiratori e cardiaci.
Felce
E’ molto pericolosa e può essere letale per il cavallo se ingerita per un lungo periodo. Provoca perdita di peso, spasmi muscolari, perdita di equilibrio e convulsioni.
Cicuta
Un’altra pianta pericolosa contenente alcaloidi che possono provocare delle paralisi respiratorie al cavallo.
Equiseto
Si tratta di una pianta tossica quando è fresca da rimuovere dai pascoli. Potrebbe causare danni al cuore e ai reni.
Ranuncolo
Un fiore che se ingerito provoca vesciche e ulcere alla bocca dell’animale.
Belladonna (Atropa belladonna)
Appartiene alla famiglia delle solanacee e arriva fino ad oltre un metro di altezza. Diffusa nei boschi e sotto le siepi, da giugno a settembre. Le sue bacche nere sono tossiche. Contiene infatti alcaloidi atropina, solanina e giusquiamina che agiscono sul sistema nervoso centrale.
Cicerchione (Lathyrus sylvestris)
Sono note come i “piselli di prato” e colorano i prati estivi. I loro semi hanno sostanze tossiche che possono provocare disturbi nervosi con spasmo muscolare della laringe e provocare una specie di paresi.
Erba Chitarra (Senecio jacobaea)
Molte diffuse nelle zone umide e ombrose, soprattutto nell’Italia settentrionale. Le foglie contengono un alcaloide, resistente anche quando le piante sono secche. Provoca una forte intossicazione che danneggia il fegato del cavallo.
Felce Aquilina (Pteridium aquilinum)
Si trova nelle regioni montane, nei boschi e nelle praterie. Contiene una sostanza tossica che distrugge la vitamina B1 e provoca disturbi nervosi e aborti.
Gittaione (Agrostemma githago)
Non è molto diffusa anche se infestante nei campi di grano e avena. Fiorisce tra aprile e luglio e i suoi semi sono velenosi.
Giusquiamo (Hyoscyamus niger)
Spesso presente sui bordi delle strade e sui muretti abbandonati. Appartenenti alla famiglia delle solanacee. Contiene le sostanze giusquiamina, atropina e scopolamina, alcaloidi che agiscono sul sistema nervoso.
Mercorella canina (Mercurialis perennis)
Sono diffuse nei boschi montani e hanno un odore sgradevole che attira gli insetti. Causano un’intossicazione che si manifesta con colorito brunastro delle urine per la presenza di emoglobina.
Trifoglio bianco (Trifolium repens)
Sono piante striscianti non molto alte. Hanno una striscia bianca sulle foglie che li distingue dalle altre specie. Le foglie contengono una sostanza che se combinata con gli enzimi intestinali del cavallo, si trasforma in acido prussico o cianidrico che si rivela letale per il cavallo.
Tasso
Un albero sempre verde, estremamente pericoloso per il bestiame. Sono sufficienti 200 gr per uccidere un cavallo in pochi minuti. Sia le foglie che la corteccia sono letali. Provoca tremore, debolezza, alterazione battito cardiaco e convulsioni. Gli alcaloidi distruggono i muscoli del cuore causando attacco cardiaco. Solo un veterinario con l’atropina può stabilizzare l’animale e disintossicarlo.
Mai mettere un cavallo al pascolo dove è presente un tasso.
Ligustro
Molto diffuso per creare le siepi. Si tratta di una pianta velenosa per il cavallo che in un arco di tempo tra le 4 e le 48 ore potrebbe arrivare alla morte senza intervento del veterinario. Provoca perdita di equilibrio, diarrea, convulsioni e paralisi.
Digitale
Sono piuttosto comuni nelle campagne, ma non nei pascoli. Potrebbe essere raccolto in modo accidentale con il fieno. Provoca diarrea, dolore addominale, convulsioni e insufficienza cardiaca.
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C.D.
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