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Vegan day: torna alla sua 22esima edizione e anche Crozza ci ripensa

Come ogni alla il 1° novembre si celebra il World Vegan Day, la giornata mondiale del Veganismo, che giunge nel 2016 alla sua 22esima edizione. Uno stile di vita, una scelta etica mirata al benessere psico fisico ma anche e soprattutto al benessere degli animali. La ricorrenza celebra il giorno della fondazione nel lontano 1944 della prima associazione vegana, The Vegan Society, in Inghilterra antispecista ovvero contro le differenze di specie.

In tutto il mondo, viene celebrata la giornata dedicata al mondo vegano con eventi, aperitivi e degustazioni all’insegna di un alimentazione priva di proteine e grassi animali. Si tratta di un modo per sensibilizzare e portare l’attenzione al tema che al contempo offre numerosi spunti di riflessione sugli sprechi alimentare e la società di consumo di massa. Sempre più italiani hanno scelto la via vegana e nel 2015, secondo i dati Eurispes ben l’8% degli italiani ha dichiarato di seguire una dieta vegana. Un trend confermato anche dalle vendite dei prodotti vegani.

Molti appuntamenti in calendario nelle principali città italiana, da Roma, a Firenze, passando per Venezia e Milano, la Lav promuove diversi punti d’incontro.

Sul tema è anche intervenuto Maurizio Crozza che dallo scorso anno ha dato vita ad una personaggio “cuoco vegano”, Germidi Soia, imitando lo chef vegano Simone Salvini mostrando alcune contraddizioni in chi scegliere di seguire questo tipo di dieta. Tuttavia, nella scorsa puntata andata in onda venerdì 28 ottobre, con replica domenica 30 ottobre su La7, Crozza per una volta sembra aver dato ragione ai vegani partendo da una riflessione su un menu presente in un noto ristorante di Las Vegas, ammettendo che “alla luce delle ultime scoperte scientifiche hanno ragione loro (i vegani); il tofu ti devasta l’umore ma fa molti meno danni all’ambiente”.

Non solo gli allevamenti intensivi di bovini, ricorda Crozza “sono la causa principale della deforestazione e del consumo di acqua nel mondo: per fare un chilo di carne servono 16 chili di foraggi e 15.000 litri d’acqua pari a due mesi di docce. Dagli allevamenti intensivi arriva il 20% dei gas serra: ogni bistecca che ci arriva in tavola è associata all’emissione di tre chili e mezzo di Co2; in pratica una cotoletta inquina come una Panda che percorre 20 km”.

“Una bistecca inquina come una panda che percorre 3km”, ha sottolineato Crozza.

Una superproduzione che comporta un’ingente quantità di sprechi alimentari: secondi i dati FAO, un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, negli Stati Uniti il 40% del cibo viene gettato così come in Italia ci sarebbero bensì 16 miliardi di cibo buttato ogni anno pari ad un punto di Pil:  “Nonostante tutto quello che sprechiamo continuiamo a produrre cibo a ritmi paradossali”, commenta Crozza.

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