La vicenda di Victoria, la bambina di un anno sbranata dai due pitbull a Flero, in provincia di Brescia, ha riaperto il dibattito sui cani aggressivi. Su quanto accaduto si è espresso il Codacons, che definisce il tutto come “una tragedia annunciata”. Ora dagli Usa arriva una vicenda davvero raccapricciante: un bimbo lasciato giocare in cortile tra i cani denutriti. Accade a El Paso, in Texas, e gli animali erano addirittura una decina. La vicenda è datata 27 luglio, ma sulla morte del piccolo Jacob Brooks si continua a indagare per fare chiarezza.
I cani aggressivi erano in particolare pitbull e pastori tedeschi, mentre sono finite sotto accuse le sue due madri lesbiche, Brittany Brooks e Ashley Brooks. Un vicino di casa ha provato a entrare nel recinto per salvare Jacob Brooks. Aggredito anche lui da quei cani, ha dovuto desistere dal suo intento. Quando la polizia è arrivata sul posto, il corpicino del bimbo era ormai straziato. Poco hanno potuto fare per placare quei cani aggressivi, così le forze dell’ordine, una volta bloccati, hanno dovuto sopprimerne quattro.
Secondo una zia del piccolo, i cani non avevano mai manifestato comportamenti anomali. La tragedia, in sostanza, non era prevedibile. Ma forze dell’ordine e giudici non la pensano così: i racconti dei vicini parlano infatti di una situazione che andava avanti da tempo. I cani, in sostanza, versavano in uno stato di abbandono. Non era per questo raro sentirli lamentarsi, anche di notte.
Secondo la veterinaria Federica Federico, intervenuta sul portale vitadamamma.com, queste tragedie si possono evitare: “Dinnanzi a domande come questa, mi tornano in mente le parole di un caro amico veterinario: ‘Prima di attaccare questi cani avvisano il padrone, e lo fanno con chiarezza non una ma tante volte! Il problema non è il cane, è l’indifferenza dell’uomo ai segnali che l’animale lancia’. In pratica il pitbull avvisa il padrone che qualche cosa non va o che qualcosa sta per accadere e se l’umano pecca di indifferenza, facendo, quindi, mancare il suo conforto, il cane va per la sua strada e asseconda l’istinto”.
I pitbull, spiega, “sono animali dotati di un forte istinto protettivo, difendono il padrone o colui che riconoscono come tale ma sanno essere anche dolci e affettuosi purché, ovviamente, l’educazione e l’accoglienza familiare permetta loro di manifestare questo lato buono di sé”. Di conseguenza, spesso sono aggressivi anche perché vivono per troppo tempo in gabbia, quindi “il gioco e la socialità sono per ogni cane catalizzatori di energie”. Inoltre, è molto più probabile che un pitbull attacchi un altro cane che un essere umano.
Peraltro, si tratta di cani che vengono spesso usati nella pet therapy, ricorda la veterinaria: “A loro è naturalmente riconosciuta un’indole tollerante verso i bambini. E anche qui va ricordato che per ogni cane conta educazione e ambiente, quindi tanto maggiore è il rapporto di integrazione e interazione col bambino tanto più sana sarà la loro complicità e la loro unione”.
In ogni caso, “è importante che i bambini che convivono con i cani sappiano riconoscere gli spazi di pertinenza dell’animale e ne sappiano tutelare la riservatezza”. La veterinaria ricorda ancora che “i bambini devono approcciare al cane con dolcezza e calma”. Particolarmente importante è che il bimbo non urli troppo, perché l’apparato uditivo del cane è particolarmente sensibile. Poi non si dovrebbe mai sfidare il cane con lo sguardo: “Rispetto a ciò molta attenzione va prestata ai bambini piccolissimi che amano fissare le cose e le persone, se non altro lo fanno per esplorarle”.
GM
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