Riflettori accesi sui cani da servizio nel settore militare. Dopo la vicenda di Diesel, il pastore belga rimasto ucciso durante un blitz delle forze speciali francesi a Parigi (clicca qui), il tema di questi 4zampe, eroi silenziosi, è passato in primo piano.
Molto spesso, il ruolo dei cani che collaborano con i militari è in secondo piano, anche se il loro contributo è fondamentale (clicca qui). Ma non solo. Sembra quasi assurdo che una legge debba tutelare il destino dei cani che hanno servito il loro paese e che una volta dismessi venivano lasciati nei canili dei luoghi di guerra in cui avevano operato. Infatti, queste piccole creature erano scartate dal dipartimento militare non essendo “animali da servizio” per cui non veniva finanziato il loro trasferimento nel paese di provenienza.
UTILITÀ’ DEI CANI– Una regola assurda alla quale finalmente è stata trovata una soluzione. Infatti, recentemente negli Stati Uniti è stata finalmente approvata una legge che garantisce il ritorno a casa dei cani militari in pensione oppure che sono rimasti feriti sul campo.
La stessa organizzazione che si occupa di tutela dei diritti degli animali, l’American Humane Association ha ricordato come un cane militare salva tra i 150 e i 200 uomini nella sua vita, grazie alla capacità di fiutare gli esplosivi o le armi nascoste.
“Questa nuova legge garantirà agli animali, che in totale sono circa 2500, di tornare a casa ed essere adottati dai militari”, ha commentato Jeff DeYoung, un veterano della Marina Militare che adesso vive con il su compagno 4zampe con il quale ha condiviso la guerra.
PRIMA DELLA LEGGE– Prima della nuova normativa, come riportano i media, le spese per il rimpatrio dei cani che avevano servito gli Stati Uniti, venivano sostenute dalle organizzazioni umanitarie come l’AHA: “Alcuni venivano lasciati nei rifugi per periodi di tempo indefinito, fino ad una nuova adozione. Altri, nel migliore dei casi venivano adottati dai membri dell’esercito, o dai residenti del posto. Nel peggiore dei casi, erano vittime di maltrattamenti”, ha spiegato Mark Stubis, dell’American Humane Association.
Questi cani, erano anche utili per reintegrare i soldati nella società. Per cui Robin Ganzert, presidente dell’American Humane Association ha auspicato che “i loro amici li aiutino a riprendersi. Sappiamo che funziona, abbiamo visto che funziona”.
ROCKY, LA FOTO CHE COMMUOVE IL WEB– Esemplificativo in tal senso il caso del rimpatrio di un militare, di Andrew Brown e del suo cane Rocky dall’Afghanistan. La 89th Military Police Brigade, con base a Fort Hood in Texas, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, la fotografia del militare con il suo cane feriti in una missione in Afghanistan, dall’esplosione di una bomba.
Entrambi sono stati riportati nel paese e ricoverati assieme nella stessa stanza al Walter Reed Hospital a Washington D.C.. Il cane è stato immortalato sdraiato e sotto flebo. Inutile sottolinearlo, ma l’immagine ha toccato il cuore di migliaia di utenti che hanno condiviso la fotografia.
One of our Military Working Dogs, Rocky, and his handler were injured this week during operations in Afghanistan. Rocky…
Posted by 89th Military Police Brigade on Mercoledì 9 dicembre 2015
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