Da uno studio condotto dalla GFK, Gesellschaft für Konsumforschung, ente di ricerca sui consumatori, che ha considerato 22 paesi e un campione di 27mila persone, è emersa una media statistica per cui a livello mondiale, il 56% della popolazione vive con un animale domestico.
Ormai, cani, gatti, roditori, pesciolini e uccelli fanno parte della vita quotidiana di molte persone e rappresentano un apporto benefico per gli individui, da un punto di vista psicologico e fisico. Ecco perché, secondo gli esperti è salita in modo esponenziale la presenza di animali nelle famiglie.
Dalle statistiche, l’80% dei cittadini in Argentina e nel Messico ha un animale da compagnia, laddove la percentuale è in calo nei paesi asiatici, con il 37% in Giappone, il 35% a Hong Kong e il 31% in Corea del Sud. Tuttavia, sottolinea la GFK, per i paesi asiatici, questi numeri sono indicativi e si sono evoluti, in quanto gli animali domestici non sono più considerati come alimentazione.
In Occidente, la percentuale varia da un 65% di animali da compagnia nelle famiglie in Francia, così come negli Usa dove tra le preferenze spunto al primo posto il gatto, preferito dal 41% delle persone intervistate, mentre la percentuale è invertita in Cina dove il cane è presente nel 33% delle famiglie, il gatto nel 23% dei casi, seguiti dal 12% di pesci rossi e il 6% da chi ha degli uccelli.
Con molte probabilità, questi numeri, non solo sono indicativi degli stili di vita della popolazione mondiale e dell’evoluzione degli usi e costumi da un punto di vista sociologico, ma anche strategici per quanto riguarda il settore della produzione degli alimenti per animali, un mercato in crescita nonostante la crisi economica mondiale.
Un trend che si riflette anche sul piano nazionale, in Italia, dove dal Rapporto Italia 2016 Eurispes riguardo ai costumi della società italiana è stato evidenziato che un italiano su due ha un animale domestico.
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