Il nuovo progetto proposto per la riserva naturale a Nairobi in Kenia sta facendo drizzare i capelli a tutti gli ambientalisti. E stata proposta una recinzione per limitare i conflitti con gli umani.
Malgrado il progetto sia stato proposto per salvaguardare la sicurezza degli esseri umani gli animalisti si sono scagliati contro la decisione di recintare il parco naturale sito a Nairobi in Kenia. Intorno al parco sta sorgendo una vera e propria città e si inizia a temere per quello che potrebbero fare gli animali.
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Come accade di solito infatti l’essere umano ha invaso l’habitat degli animali e l’ha fato suo, intorno al parco erano state erette 3 recinzioni attorno alle quali era stata costruita la città, ora pero si è pensato di erigere il quarto muro che metterebbe fine alla libertà degli animali che popolano il parco .
Leoni, leopardi, bufali, elefanti, rinoceronti, e moltissime altre creature verrebbero confinate all’interno di una recinzione senza alcuna via di uscita causando dei gravissimi danni all’equilibrio naturale di queste specie.
L’immenso parco ospita infatti moltissimi esemplari che durante la stagione delle piogge si spostano verso luoghi più rigogliosi attraverso alcuni passaggi che verrebbero irrimediabilmente chiusi con il nuovo muro di cemento.
Al di fuori del confine meridionale ovvero nella parte ancora non recintata si trovano le rive del fiume Mochiriri che sono morto importanti e vengono utilizzate come rifugio dai leoni riproduttori. Oltre ad essere un rifugio, le rive del fiume fanno da passaggio per raggiungere riserve più grandi.
Il Kenya Wildlife Service (KWS) ha proposto di recintare il parco per evitare conflitti ma questo muro porterebbe avere conseguenze catastrofiche per gli animali non solo per quanto riguarda le migrazioni ma anche perché a lungo andare la consanguineità di tutti gli esemplari diverrebbe un grosso problema.
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Ed ecco perché Reinhard Nyandire, un ambientalista che lavora con il Parco Nazionale degli Amici di Nairobi, ha espresso la riluttanza che tutti provano nei confronti di questo nuovo progetto e stanno combattendo con armi giudiziarie per far si che il muro non venga eretto.
Recintare il parco non sarebbe però l’unica opzione per proteggere gli esseri umani, secondo gli ambientalisti l’installazione di alcune luci con sensori di movimento basterebbero a ridurre i conflitti.
L.L.
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