Un nuovo studio rivela se possedere un animale domestico potrebbe o meno influire sullo sviluppo della demenza

Un nuovo studio rivela se possedere un animale domestico potrebbe o meno influire sullo sviluppo della demenza

Fanno bene al cuore e (forse) anche alla mente: l’impatto di cani e gatti sullo sviluppo della demenza negli esseri umani.

Un nuovo studio rivela se possedere un animale domestico potrebbe o meno influire sullo sviluppo della demenza
Un nuovo studio rivela se possedere un animale domestico potrebbe o meno influire sullo sviluppo della demenza (Canva-amoreaquattrozampe.it)

Chi vive con un animale domestico conosce bene i benefici che apporta alla salute del corpo e allo spirito, ma forse non tutti sanno che sono stati condotti degli esperimenti scientifici per studiare l’impatto di cani e gatti sullo sviluppo della demenza negli esseri umani. Infatti c’è una correlazione tra lo sviluppo o meno di questa condizione della mente, dello stato cognitivo e che ha fortissime ripercussioni sulla vita quotidiana. Ecco dunque cosa si è scoperto su questo legame.

L’impatto di cani e gatti sullo sviluppo della demenza negli esseri umani: lo studio cinese

I risultati dello studio cinese pubblicati sul JAMA Network Open, si sono ottenuti su un vasto campione di pazienti inglesi (circa 8000) over 50, di cui una parte viveva insieme ad altre persone e con animali domestici e la un’altra parte che invece vivevano solo con un animale domestico in casa. Il fattore della compagnia sembrerebbe ad occhio poco esperto poco rilevante, invece è stata dimostrata una grande differenza tra le due categorie.

Cane a spasso con la padrona
Cane a spasso con la padrona: è stato studiato l’impatto di cani e gatti sullo sviluppo della demenza negli esseri umani (Canva-amoreaquattrozampe.it)

Il declino della mente di coloro che vivono con animali domestici e senza alcun altro essere umano appare essere evidentemente più lento rispetto a coloro che invece condividono la casa con altra gente e anche con un cane o un gatto. Gli anziani che vivono da soli con uno di questi quattro zampe quindi sembrerebbero ammalarsi di meno o comunque più lentamente degli altri.

La demenza comporta problemi non solo cognitivi ma anche nella fluidità verbale, due fattori che sembrano comunque migliori in quei pazienti soli che si condividono la loro vita con un esemplare non della stessa loro specie: come se il dover ‘badare’ ad un altro essere vivente, come l’animale, rallenti questo peggioramento delle funzioni mentali.

Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Demenza nel cane: le azioni che aiutano nella prevenzione anche l’uomo

L’impatto di cani e gatti sullo sviluppo della demenza negli esseri umani: un freno alle conseguenze devastanti della demenza

Già nell’ambito del 74esimo Congresso annuale della American Academy of Neurology del 2022, uno studio aveva dimostrato risultati sorprendenti nei pazienti selezionati (su un campione di circa 1300 persone): è apparso chiaro che coloro che possedevano un animale domestico da oltre 5 anni faceva bene alla salute cognitiva dell’essere umano.

Gatto in braccio al padrone
Gatto col padrone: potrebbe invecchiare cerebralmente più lentamente grazie alla convivenza col felino (Canva-amoreaquattrozampe.it)

Si sa che avere animali domestici in famiglia comporta benefici ma anche responsabilità, ma a trarne benefici pare soprattutto il corpo, con una notevole diminuzione dello stress e un abbassamento della pressione sanguigna. Gli studi recenti hanno anche dimostrato dunque che potrebbe fare bene anche alla mente del apdrone, che frenerebbe in questo modo l’invecchiamento e la morte delle sue cellule cerebrali.

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