Finito in carcere per i maltrattamenti al suo cane, la legge è stata severa ma giusta, non poteva passarla liscia
In una società che possa definirsi moderna ma soprattutto civile, storie come questa dovrebbero essere lontane dalla cronaca giornaliera ma, purtroppo, sono tanti gli esempi di brutalità come questa che inondano il web ogni giorno. L’ultimo avvenimento riguarda un uomo di Los Hornos che per diverso tempo ha abusato del suo animale, una vicenda che ha scosso la comunità di Santa Fe a causa della brutalità degli atti commessi.
Quando i volontari hanno trovato il cane la situazione che gli si era parata davanti è sembrata da subito gravissima, difficile immaginare il perché l’uomo fosse arrivato a tanto ma quel che ha sollevato il morale della comunità è che la giustizia ha fatto il suo corso per punire il malvivente.
Un cane è stato trovato in condizione disperate nel quartiere di Los Hornos, il suo aguzzino lo teneva legato con del filo di ferro intorno al collo, quasi a volerlo strangolare e probabilmente il Pitbull non sarebbe sopravvissuto ancora per molto se alcuni passanti vedendo la scena non avessero deciso di contattare subito le autorità del luogo.
Per fortuna gli agenti hanno dato peso alle chiamate accorrendo sul posto e riscontrando di persona i forti abusi commessi sul cane. L’animale, un povero cucciolone di razza pitbull versava in condizioni pessime con evidenti difficoltà respiratorie a causa del filo che gli stringeva più volte la gola. Oltre alla polizia sul luogo sono intervenuti i “Protezionisti Indipendenti“, un’associazione che lotta per i diritti degli animali che ha prontamente assistito il cane.
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Dopo aver liberato l’animale la prima tappa è stata correre nella clinica veterinaria più vicina dove i medici hanno confermato le gravi condizioni del cane che ha avuto bisogno di cure e attenzioni specifiche per diversi giorni prima di ristabilirsi completamente.
Il responsabile di tale barbarie, tuttavia, era sfuggito al primo intervento della polizia, ma grazie alla fermezza del pubblico ministero Parodi l’indagine è andata avanti finché non è stato identificato l’uomo colpevole di tale reati.
A commettere lo scempio è stato un uomo di 35 anni residente nello stesso quartiere del ritrovamento, dopo una perquisizione sono emersi elementi che potrebbero essere fondamentali per il proseguo dell’indagine. Attualmente l’uomo è comunque sottoposto ad arresto e dovrà pagare per le sue malefatte che, al di là delle conseguenze legali, hanno comunque lasciato un segno sul povero animale quanto sulla comunità.
È difficile immaginare quali motivi possano spingere una persona ad arrivare a tanto, soprattutto nei confronti di animali empatici come i cani. Se si è disposti a maltrattare bestiole talmente pure, in molti non possono che immaginare che persone così possano spingersi anche ad altro, dimostrandosi violente per l’intera comunità.
La speranza è che la lezione sia stata comunque recepita, il governo ha preso una posizione chiara per chi si macchia di violenza sugli animali, un passo fondamentale per combattere questa piaga ancora non del tutto estirpata.
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