Un’immagine che sta facendo il giro del web e che spezza il cuore: l’ultimo pappagallo di Rio è solo e vola sopra uno zoo della città. Vuole sentirsi più vicino possibile ai suoi simili che sono rinchiusi da sempre nella struttura.
I tempi sono duri, lì fuori e dentro il nostro essere. Potremmo fermarci già qui e iniziare a indagare dentro noi stessi. Poi, però, ci sono anche i fatti, da raccontare, sui quali non basta solo il mero racconto, ma una visione, da porre su esso, più ampia e che punti a far emergere le contraddizioni, o addirittura il male, del nostro tempo. I fatti attraverso le foto. Le foto attraverso i fatti. I due aspetti viaggiano in parallelo. Come sta viaggiando, nel web e sui social, un fatto a dir poco deprimente, che va oltre ogni tipo di indignazione. Quello che ritrae l’ultimo pappagallo di Rio de Janeiro che sorvolo uno zoo del posto. Una scena a dir poco raccapricciante. Che apre una riflessione molto profonda.
L’ultimo pappagallo è solo: chi di noi, esseri umani, vorrebbe vivere una tale esistenza?
Ci vuole il salto, di qualità, non importa se sia preciso o meno, in quel caso di può modellare una volta compiuto. Ma è il salto che tutti noi siamo chiamati a fare, parte della Natura. Noi esseri umani, nei confronti degli altri animali, che per anni abbiamo schiavizzato in maniera atroce.
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Senza riportare commenti, discussioni, pareri di esperti. Basta la foto. Quella dell’ultimo pappagallo, l’Ara gialloblu, che vola sopra i cieli di Rio de Janeiro, in Brasile. Un’immagine che ha tolto fiato, e forse, anche le speranze. Ma noi siamo qui per questo: per ribaltare gli scenari che ci si pongono dinanzi agli occhi e portare una speranza in azione.
L’esemplare si poggia sulla struttura della città: un zoo, dove sono rinchiusi altri esemplari. Usiamo il verbo rinchiudere appositamente. Perché gli zoo, come i circhi o gli acquari non sono altri che posti infernali, dove gli animali non si sentono a loro agio e dove non avrebbero mai scelto di vivere.
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Un esemplare. Uno solo. Cresciuto anch’esso in cattività, ma riuscito a volare via. E quel volo, oggi, è tornato al punto di partenza. Quell’immagine è una richiesta d’aiuto a noi esseri umani, che ancora ci battiamo per far sì che le cose cambino. Perché le cose, se si vuole, possono cambiare. E basterebbe un solo gesto: chiudere lo zoo, rieducare i nostri bambini alla cultura del rispetto e lasciar volare liberi gli altri pappagalli. E non solo! Battersi per la libertà, degli altri come la nostra, senza paura!
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