Dal marzo 2013, l’Unione Europea ha introdotto il divieto totale di utilizzare animali per testare i prodotti finiti, gli ingredienti dei cosmetici e la vendita di prodotti testati su animali. Si è trattato di una svolta definita “epocale” anche se come denunciato da alcune note associazioni animaliste la normativa non prevedeva il divieto di molte sostanze, usate anche in altri settori, come quello alimentare o farmaceutico ancora testati, e in parte utilizzati nei cosmetici. Non a caso, nel settembre del 2016, ci fu una sentenza della Corte Europea che ribadiva il divieto importazione di prodotti testati. Ecco perché era stato ricordato il Standard internazionale con una lista di aziende produttrici di cosmetici che in non impiegano nessuna sostanza testata.
La norma presentava tuttavia delle incongruenze in quanto era possibile da parte delle aziende far testare i prodotti esportati in paesi terzi, come emerso dal recente scandalo del marchio Nars. In tal senso, le organizzazioni animaliste internazionali hanno fatto pressioni affinché fosse riconosciuto un bando internazionale. E’ quanto sta valutando in queste ore il Parlamento europeo che chiede un bando globale per le sperimentazioni su animali per i cosmetici. Stando a quanto riportano alcuni quotidiani, la Commissione Ambiente ha adottato le domande orali a Commissione e Consiglio. Il primo scalino di un iter burocratico per cui sarà attesa per il 7 dicembre il voto per una risoluzione, che aprirà il dibattito e del voto finale in seduta plenaria a marzo del prossimo anno.
Come viene ricordato, nell’80% dei paesi sono ancora effettuati i testi sugli animali per i cosmetici, così come ne è consentita la vendita. Tanto che la stessa organizzazione Cruelty Free International, sottolineò la possibilità di arrivare ad un bando internazionale cominciando dagli Stati Uniti per vietare i test e vendita dei cosmetici sperimentati sugli animali.
Le organizzazioni hanno infatti ricordato la possibilità che i governi adottino la strategia per promuovere una sperimentazione alternativa, cosiddetta “3R”, anche negli altri settori: replacement, reduction, refinement.
Lo stesso parlamentare tedesco europeo, Stefan Eck, nel corso di un incontro promosso con l’animal welfare inter group, aveva ribadito nel mese di agosto 2017 che “ormai ci sono migliaia di ingredienti cosmetici che sappiamo sicuri. Esistono test alternativi che sono spesso più economici e più affidabili. È tempo che nessun animale continui a soffrire in nome della bellezza. Finiamo questo. ”
C.D.