Il Parlamento Europeo ha approvato una legge con la quale viene vietata la clonazione di animali per la produzione alimentare, inclusi i loro discendenti e materiale da riproduzione. Inoltre viene vietata la commercializzazione agli alimenti derivati da animali clonati come latte e carne, nell’Unione europea. Niente import anche da Paesi terzi, che dovranno in tal senso adeguarsi alle regole comunitarie.
Soddisfazioni espresse da molti membri della Commissione UE nel commentare il voto delle commissioni per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI) e per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo che hanno adottato il Progetto di Relazione sulla clonazione e che trasforma la proposta direttiva in regolamento. Adesso si attenderà la decisione della plenaria, prevista per il prossimo settembre.
Gli europarlamentari a favore del divieto hanno spiegato che “i dati dell’Agenzia Europa sono labili dal punto di vista scientifico”. Anche se viene assicurato che il latte e la carne derivati da animali clonati non siano dannosi, ciò non è stato dimostrato così come a livello genetico ci sono ancora molti elementi da chiarire.
Un voto che ha accolto con favore anche la Coldiretti spiegando in una nota che “la commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è un rischio da non correre, non accettabile dai consumatori, che pone insormontabili problemi anche di natura etica”.
“E’ doveroso lo stop alla pecora dolly nel piatto con la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei che ritengono la clonazione a fini alimentari insicura per le future generazioni, che non faccia bene alla salute e che sia innaturale secondo l’ultimo sondaggio di Eurobarometro” prosegue Coldiretti.
“La decisione delle commissioni dell’Europarlamento sono anche un segnale chiaro nei confronti delle trattative sugli accordi di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti dove la pratica della clonazione animale si è rapidamente diffusa, al pari di Brasile e Argentina”, ha poi aggiunto l’associazione di categoria, ricordando che “la prima clonazione animale annunciata risale alla pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997 ma da allora si è intensificato lo sfruttamento commerciale di tale tecnica in molti Paesi ed oggi è possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila euro e la tecnica riguarda già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli”.
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