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Hanno ucciso la mamma e picchiato il cucciolo, poi l’abbandono tra i rifiuti

Gettata nella spazzatura come se fosse un rifiuto il cucciolo abbandonato viene ritrovato dopo che hanno ucciso la sua mamma. 

La piccola volpe abbandonata (YouTube The Penguin – Amoreaquattrozampe.it)

Nessuno voleva aiutare un cucciolo di volpe maltrattato dopo la morte della sua mamma. Il piccolo è stato trattato come un oggetto in disuso e crudelmente abbandonato tra i rifiuti. Alcuni passanti dall’animo buono hanno sentito dei lamenti e hanno infine scorto la piccola volpe rimasta orfana che piangeva in terra disperata, sperando – forse – che qualcuno potesse accorgersi di lei e portarla finalmente in salvo. Una donna del posto ha testimoniato per “The Penguin” spiegando quali sarebbero state le dinamiche relative agli abusi subiti dal cucciolo di volpe trovato, sul ciglio della strada, in fin di vita.

Hanno ucciso la mamma e picchiato il suo cucciolo, il crudele abbandono del piccolo Fixie tra i rifiuti

Prima di essere abbandonata accanto ai bidoni della spazzatura la piccola volpe ha subito un forte shock a causa di violente percosse e maltrattamenti di diverso tipo. Proprio per tal motivo il cucciolo ferito – come riporta “The Penguin” nel suo video esplicativo condiviso su YouTube e che racconta il salvataggio dell’esemplare – avrebbe richiesto un’immediata ospedalizzazione.

Il cucciolo di volpe ferito (YouTube The Penguin – Amoreaquattrozampe.it)

Appena è stata accolta nell’ambulatorio veterinario, la piccola volpe respirava a fatica e una prima radiografia ha mostrato i segni di una frattura ad uno degli arti posteriori. I veterinari hanno somministrato al cucciolo degli antidolorifici e hanno medicato con attenzione ciascuna delle sue ferite. Al termine dei controlli di routine e della fasciatura degli arti lesi, alla piccola volpe è stato affidato – dai membri dell’équipe – il nome di Fixie.

Pur sapendo come difendersi dai predatori, la volpe – ancora in tenera età – non ha potuto fare nulla contro i suoi aggressori. Si spera che il cucciolo di volpe – potenzialmente in grado di divenire un animale domestico a tutti gli effetti – possa essere accolto in un ambiente naturale che rispetti le sue innate necessità. A tal proposito il rifugio in cui è stato ospitato – al termine delle cure somministrate a Fixie – sembra ben rispondere alle sue implicite richieste.

Il recupero del cucciolo di volpe (YouTube The Penguin – Amoreaquattrozampe.it)

Mancanza d’appetito e generica destabilizzazione hanno accompagnato Fixie durante i primi giorni all’interno della nuova struttura per animali in difficoltà. I volontari hanno rassicurato – sul finale – che il cucciolo di volpe Fixie si era “abituato alla nostre cure e ha iniziato a dormire bene“, reagendo – al contempo – con un temperamento piuttosto rassicurante al contatto con gli esseri umani che hanno fatto di tutto per aiutarlo. Nonostante fosse ancora molto spaventato a causa degli abusi subiti e delle azioni che hanno provocato l’improvvisa scomparsa della mamma, Fixie è stato rilasciato dall’ambulatorio soltanto 48 ore dopo la sua ospedalizzazione.

A 5 giorni dal suo arrivo nel nuovo rifugio Fixie ha iniziato a nutrirsi regolarmente e a riposare più a lungo. Ora Fixie respira bene, la sua frattura si è saldata, cammina nuovamente senza difficoltà e sembra avere nuovamente acquisito sempre maggior fiducia negli esseri umani.

Giada Ciliberto

Laureata in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione e laureanda in Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media (cinema) presso "La Sapienza" di Roma. La scrittura rappresenta per me un imprescindibile flusso vitale.  Il mio percorso nella Comunicazione inizia con BEJOUR (Become a journalist in Europe) conclusosi nel 2020, presso il Dipartimento CORIS dell'Università La Sapienza e con la successiva collaborazione con alcune riviste on-line. Tra i miei ulteriori interessi ed esperienze rientrano laboratori di scrittura creativa, di teatro, e altre attività legate alla scrittura per immagini.  Sono dell’idea che le creature del mondo animale sappiano ascoltarci anche quando restiamo in silenzio. In ognuna di loro abita un’anima sensibile, per tal ragione tangibile e meritevole di rispetto. Amo osservare e analizzare ciò che mi circonda, viaggiare senza una meta precisa. Credo nel potere anti-anestetico dell’arte e nell’energia potente e costruttiva che deriva dal lavorare a contatto con la natura e con tutte le persone che non hanno mai smesso di dialogare con il loro bambino interiore. 

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