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È stato ucciso barbaramente a fucilate! Ecco cosa stabilisce il tribunale!

Si è concluso il processo per la barbara uccisione di Duska, un cucciolo di setter che venne ucciso a fucilate senza alcun motivo da un abitante di Camigliano. Quella storia ebbe molti risalto, proprio per la dinamica assurda, e per la gratuità, di quel folle gesto. Appena scesa dall’auto Duska era felice e scodinzolante perché si apprestava a fare una bella passeggiata all’aria aperta, quando venne crivellata di colpi dalla mano di un pensionato, abitante in una zona limitrofa. All’udire degli spari i suoi proprietari si avvicinarono al cane, trovandolo esanime in terra. Inutile descrivere lo shock, ma da quel momento l’unica cosa che ha animato i cuori dei suoi proprietari è stata la sete di giustizia.

Giustizia che ha provveduto a fare il tribunale incaricato di dirimere questa amara questione. Infatti la sentenza ha stabilito, e coniato, il reato di “animalicidio”. Per questo il reato di uccisione di animali, previsto nel codice penale dall’articolo 544-bis della legge n. 189 del 2004, è stato ulteriormente inasprito con il trattamento sanzionatorio previsto dalla legge n. 201 del 2010. Il risarcimento di Duska è stato dunque esemplare. Ed esemplare è anche la decisione dei proprietari di Duska, che riescono a trasformare il risarcimento in forte messaggio etico. Ecco che cosa hanno dichiarato alla conclusione di questa spiacevole vicenda: “Devolveremo l’intero importo del risarcimento in beneficienza, dichiara il proprietario. La somma ammonta a svariate migliaia di euro.” Anche l’avvocato che ha seguito tutta questa storia ha rimarcato la grande compostezza della famiglia di Duska: “Durante tutta questa terribile vicenda sono rimasto colpito dalla compostezza dei proprietari della povera Duska – ricorda il dottor Alessandro Bianchi – e trovo lodevole la loro decisione di destinare in beneficienza il risarcimento.” Ultimo, ma non per ordine di importanza, è stato anche il gesto del veterinario che ha dovuto stabilire tutti i dati della morte del povero cane, che ha dichiarato di non voler percepire la propria parcella: “Questo per sottolineare il valore morale dello stesso risarcimento”.

Andrea caroletti

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