Ci sono immagini strazianti di una povera cagnolina di sei mesi, con il muso sanguinante, morta sul marciapiede. C’è un colpevole, fermato a distanza di poche ore dalla denuncia, quella presentata da alcuni testimoni che, a Pastena, in provincia di Salerno, hanno assistito al pestaggio del cane.
Il caso ha suscitato un’ondata di polemiche e l’indignazione che non stenta a diminuire alla luce di nuovi risvolti. Infatti, si apprende che il proprietario del cane, un pluripregiudicato, è stato rimesso in libertà, dopo essere fermato dai Carabinieri e portato in caserma per un interrogatorio durante il quale si sarebbe difeso sostenendo che “il cane era caduto dal balcone”.
Una giustificazione con la quale il responsabile del gesto vorrebbe pulirsi la coscienza e farla franca. Ad inchiodarlo ci sarebbero invece dei video, filmati con il cellulare da un gruppo di giovani minorenni che hanno poi allertato le forze dell’ordine, ma che ora sono protetti dai genitori.
Inoltre, ci sarebbero alcune testimonianze dei vicini che avrebbero visto l’uomo insofferente e infastidito dalle deiezione della cagnolina, una cucciola che era da educare e che invece non veniva mai portata fuori.
L’uomo, dopo l’interrogatorio, è stato rilasciato, in atteso dello svolgimento delle indagini che dovranno accertare i fatti tramite i filmati del pestaggio del cane per strada, le testimonianze dei vicini che riferiscono che la cagnolina infastidiva perché faceva la pipì e infine dall’autopsia che dovrà stabilire le cause del decesso.
Purtroppo, al momento tutto tace, a cominciare dal quartiere. Per questo Michele Pezone, legale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha lanciato un appello “ad un senso di riscatto sociale e civico” sottolineando che “una cultura diversa sta maturando, ma certe località del sud non devono balzare alla cronaca non solo per fatti di sangue e violenza. In queste città deve diventare preponderante sempre di più la società civile che collabora con la magistratura consentendoci di individuare gli autori di questi fatti. La LNDC si costituirà come in tutt’Italia e come sempre chiederà pene esemplari per i responsabili”.
Un principio di “omertà” tipico di alcune aree del Belpaese nelle quali nessuno osa parlare per timore di ritorsione. Eppure sarebbe così facile spezzare la catena e contribuire a creare una società migliore, in cui individui pericolosi, come nel caso di Angelo a Sangineto, devono essere giustamente puniti per le loro azioni e soprattutto considerati per quello che sono: assassini. Una violenza che va condannata e non protetta.
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