Non ci sono solo la Corea del Nord, la lotta all’Isis ed un consenso popolare che già si è abbassato di diversi punti percentuali a creare grattacapi a Donald Trump: il tycoon newyorkese, eletto a novembre presidente degli Stati Uniti d’America ed insidiatosi alla Casa Bianca nello scorso mese di gennaio, deve far fronte anche alle accuse mossegli da un gruppo ambientalista che ha deciso di citare in giudizio la nuova amministrazione governativa di Washington da lui capeggiata perché poco o niente viene fatto in materia di protezione della fauna selvatica che popola l’Alaska.
In particolari lupi ed orsi che vivono nello sperduto stato nord-occidentale del Nuovo Continente continuano ad essere esposti a gravi pericoli che hanno origine soprattutto dall’opera distruttiva dell’uomo. Ma gli ambientalisti contestano in particolare la costituzionalità di una legge federale promulgata nell’ormai lontano 1996 e definita ‘Congressional Review Act’, in base alla quale il Congresso di recente ha potuto revocare diverse norme che si prefiggevano di proteggere gli animali vietando la caccia delle specie protette. In particolare viene abolito il divieto di sparare dai velivoli e di impiegare trappole ed esche all’interno dei rifugi protetti, cose che Obama aveva invece vietato con il Fish and Wildlife Service (Fws), un apposito ente che si occupa della salvaguardia di animali e flora selvatici.
Cosa che invece ora non avverrà più in quanto tutto questo è venuto a decadere ed ora gli appassionati di attività venatoria sono in pratica libera di aprire il fuoco contro ogni cosa che si muoverà nella vegetazione. Oltre a lupi ed orsi dell’Alaska si trovano improvvisamente esposti a grosso rischio di essere impallinati anche le volpi ed i coyote che vivono in altri territori degli Stati Uniti. Evidentemente la passione per la caccia che pervade la famiglia Trump, come si può evincere dagli scatti che ritraggono uno dei figli del presidente in una trasferta apposita avvenuta in Turchia nei mesi scorsi, sembra essere riuscita a fare breccia anche nei legiferatori a stelle e strisce, nonostante l’Alaska ieri abbia respinto la proposta.
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