Trump fa infuriare gli animalisti con un discusso provvedimento.
Donald Trump ha espresso già l’anno scorso il proposito di abolire il divieto di importare trofei di caccia negli Stati Uniti. Il presidente USA permetterà agli appassionati di attività venatoria che si recano all’estero per questa bieca e barbara pratica di portarsi a casa zanne d’elefante, pelli di leone o di zebra e quant’altro. Il tutto senza curarsi minimamente delle grida di protesta delle associazioni animaliste americane e mondiali. La cosa è stata riportata in un comunicato ufficiale divulgato pubblicamente da ‘Fish and Wildlife’. Si tratta dell’agenzia statale federale statunitense che ha come compito quello di vegliare sulla conservazione della fauna selvatica. Il decisamente brutto proposito di Trump cancella di fatto quanto stabilito nella precedente amministrazione Obama. L’ex presidente nel 2014 vietò l’importazione di trofei di caccia dall’Africa e da altre parti del mondo negli Stati Uniti.
Trump in questo modo poi smentisce quanto affermato solamente nello scorso mese di novembre. Nonostante sia a favore della caccia da sempre (uno dei suoi figli la pratica nel tempo libero all’estero), era stato confermato il divieto di portare da Zambia e Zimbabwe trofei di caccia, e di elefanti in particolare. Ora però tutto questo è stato reso vano e vengono apportate scuse quali “i benefici che la caccia può avere sull’ecosistema locale”.
Per cacciare in quegli stati africani bisogna pagare delle licenze, il cui ricavato va speso per agevolare politiche di conservazione delle specie animali. A dicembre una corte americana aveva affermato che quanto promulgato nella gestione Obama era stato attuato senza seguire delle precise regole, e più nel dettaglio riguardo alle valutazioni di importazioni di trofei ricavati da specie in via di estinzione. Adesso tali valutazioni avverranno caso per caso anziché su base nazionale. E verranno presi in considerazione anche Sudafrica, Tanzania, Namibia e Botswana.
Le organizzazioni pro-caccia, a favore delle politiche di Trump, affermano che i cacciatori pagano anche 100mila dollari per poter aprire il fuoco sugli animali. E questo va visto come un grosso contributo per la “conservazione delle specie in via di estinzione”. Decisamente delle scuse, come quella da parte dello stesso Trump di attaccare l’industria dei videogiochi, piena di talenti, addossando alla stessa la colpa delle frequenti stragi di massa che avvengono negli Stati Uniti. Il tutto per distogliere agli occhi dell’opinione pubblica la verità. Ovvero che la colpa di tutto ciò è da imputare alla potente lobby delle armi, che ha finanziato con cospicue somme la campagna elettorale del presidente americano e che è considerata da decenni intoccabile proprio perché in grado di poter fornire cospicui capitali pur di poter operare indisturbata. Pure questo provvedimento favorisce i produttori di armi, come è logico immaginare.
A.P.
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