La raccapricciante scoperta è stata fatta da una donna che entrando nel suo pollaio ha visto 13 topi tutti intrecciati per la coda, l’avvistamento estremamente raro sarebbe un presagio di pestilenza imminente.
Il ritrovamento è avvenuto a Tartu in Estonia quando una donna entrando nel suo pollaio per dar da mangiare ai suoi animali ha visto ben 13 topi tutti accalcati uno sull’altro. La donna vedendo quell’immagine raccapricciante ha immediatamente chiamato il figlio Johan Uibopuu che è accorso fotografando e riprendendo la scena agghiacciante.
Arrivato nel pollaio l’uomo si è trovato ad osservare ben 13 topi legati tutti insieme per le code mentre tentavano invano di liberarsi. In 500 anni sarebbero stati riscontrati solo 60 avvistamenti del re dei topi.
Il re dei topi e la leggenda della pestilenza
Il Re dei topi è il nome che è stato attribuito a questa particolare condizione dove più topi incastrati per le code cercano di divincolarsi e più tentano più stringono irrimediabilmente il nodo che li lega. La leggenda vuole che questo particolare avvenimento rarissimo sia un presagio oscuro che porta con se l’imminente scatenarsi di una pestilenza.
Seguirà un’immagine che potrebbe impressionare chi è particolarmente sensibile
Sembra infatti che quando una colonia di topi condivide una spazio molto piccolo le secrezioni e la sporcizia fanno da collante e fanno si che molti topi restino incastrati l’uno con l’altro e inizino a muoversi come un unico individuo ma tentando sempre e comunque in ogni modo di liberarsi e peggiorano la situazione.
Secondo quanto riportato dal Daily Mail dopo il ritrovamento l’uomo avrebbe asserito : “Quando mia madre mi ha telefonato, sembrando piuttosto sconvolta”. “Era andata a dare da mangiare agli uccelli al pollaio quando ha visto un fascio di topi proprio all’ingresso mentre apriva la porta.” Quando lo shock è svanito, è andata a indagare e ha cercato di rimuoverli dalla sua strada, ma erano saldamente attaccati al suolo”.
Uno degli avvistamenti più recenti risale al 2005, Andrei Miljutin del Museo di Storia Naturale dell’Università di Tartu, aveva documentato e prelevato l’esemplare di re dei topi.
Sfortunatamente questa rara condizione è una vera e propria condanna a morte per i topi che si trovano incastrati e impossibilitati a fare qualsiasi cosa. Il loro destino è quello di perire in questa condizione. Nella maggior parte dei casi, il solo uscire dalla tana è improbabile, e nel caso in cui ci riescano non sempre riescono a trovare cibo, e sono più soggetti ai predatori non potendo scappare a nascondersi.
Secondo Andrei Miljutin infatti sopravvivono solitamente fino al primo incontro con un gatto con un cane o con un essere umano. I topi infatti non sono sicuramente l’animale più amato dagli esseri umani e vedere un gran numero di topi tutti incastrati tra loro porta chiunque ne veda uno a liberarsene.
Due degli animali incastrati nel “Re dei topi erano già morti” e Johan Uibopuu che è un veterinario ha infatti sostenuto che la motivazione del ritrovamento nel pollaio era ovvia, infatti in quel determinato luogo gli animali erano al caldo e con molto cibo e acqua
Il veterinario avrebbe infatti sostenuto la sua tesi dichiarando : ” Forse si sono ammassati in superficie per scaldarsi, visto che era il primo giorno d’autunno che la temperatura scendeva sotto gli zero gradi durante la notte. Quando alcuni di loro hanno cercato di entrare nel tunnel, tutti sono rimasti bloccati”. “Secondo me il tunnel stesso aveva un diametro troppo piccolo perché i topi potessero emergere dal basso come un re dei topi“.
Il dottor Miljutin sostiene che questa condizione sia un “fenomeno estremamente raro” con solo 60 casi in 500 anni di storia, ma sostiene anche che probabilmente casi del genere non siano stati segnalati.
Dopo il ritrovamento il museo ha deciso di sopprimere tutti i topi come atto di gentilezza e per alleviare le sofferenze degli animali. Il dottor Miljutin ha infatti dichiarato: “Abbiamo contato tutte le possibilità e abbiamo deciso che è più umano sopprimere i ratti piuttosto che aumentare la loro sofferenza amputando loro la coda: era impossibile sciogliere il nodo”.
L’esemplare motivo di studio sarà conservato presso il museo insieme a quello ritrovato nel 2005.
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Loriana Lionetti