A Trento tornano le polemiche sulla vicenda riferita alla questione dell’orso: Enpa alza la voce e invita la regione a togliere le trappole.
Ci sono vicende che sembrano non dover mai finire. Attanagliano un’intera stagione, spesso anche un anno, per poi protrarsi nel tempo. Purtroppo, di questi tempi “poveri e amari”, sembra che lo scontro (senza più venirsi incontro) sia diventato il nuovo modello di scambio. Ovviamente ciò appena narrato è un paradosso. Uno scontro a lunga gettata non può, in nessuna maniera, favorire un modello di scambio, che sia riferito al dialogo o qualunque altra forma di comunicazione.
Spesso e volentieri, durante soprattutto il periodo estivo di questa stagione infernale anche per colpa del Covid-19, abbiamo visto vari associazioni battersi per proteggere alcuni esemplari sotto lo sguardo “assassino” verso diversi specie di animali. In cima a tutto, nel vero seno della parola se visto anche a livello geografico, c’è stata la perenne diatriba, con duri scontri sul campo e via web, tra Enpa (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali) e alcune regioni del Nord Italia. Tra queste il Piemonte, il Veneto e il Trentino Alto-Adige. E oggi parliamo proprio di questa Regione d’Italia, più esattamente della città di Trento, nella quale si è alzata la polemica proprio dei volontari di Enpa. Al centro della discussione delle trappole per l’orso JJ4.
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Come detto poc’anzi, quella di Enpa e altre associazioni è una battaglia che va avanti da lungo tempo, soprattutto dopo gli ultimi avvistamenti di orso, causati, tra le altre cose, dal troppo avvicinarsi degli esseri umani a zone ove l’habitat naturale non è il loro, ma proprio quello dell’orso.
L’ultimo e sgradevole fatto aveva visto come protagonista l’orso M49, sotto attacco e catturato per la terza volta. Anche in quel caso, associazioni, volontari e amanti degli animali, erano insorti contro un assiduo accanimento verso questo esemplare che nulla voleva se non quello di vivere in libertà e di essere rispettato ogniqualvolta qualcuno si avvicinasse al suo territorio.
Oggi, invece, parliamo sempre di orsi ma in merito alla vicenda delle trappole. Altro aspetto che proprio non è andato giù ai volontari di Enpa. Anzi: è stato divulgato un comunicato ove, tirando in causa il presidente della Provincia Autonoma di Trento, si chiede esplicitamente di ritirare questi strumenti pericolosi e “portatori” di seri guai, se non, in casi specifici, anche di morte
Enpa inizia il suo discorso affermando che: “Al presidente di regione Maurizio Fugatti chiediamo un secco dietrofront sulla cattura dell’orsa JJ4. Un esemplare innocente che probabilmente cercava di proteggere i suoi cuccioli dai cacciatori. Un esemplare che, oltretutto, a breve andrà in letargo”. Apre così Enpa in merito alla cattura dell’orsa attraverso delle trappole posizionate appositamente per lei. Poi prosegue: “La struttura che dovrebbe accoglierla, il Casteller, sta diventando illegale. È sotto gli occhi di tutti quanto sia incompatibile con le esigenze etologiche degli animali. Chiediamo un ripensamento da parte del presidente della Provincia Autonoma di Trento e l’immediata sospensione delle operazioni di cattura dell’orsa stessa”.
Per Enpa non è mai troppo tardi per porre fine a queste politiche, ma, al tempo stesso, non è mai troppo tardi per alzare la voce se qualcuno fa orecchie da mercante: “Basta con questi provvedimenti verso una specie protetta. È ora di finirla. Ricordiamo che l’abbattimento di questa specie, secondo anche dei dati scientifici, comporterebbe anche un impoverimento e danno ambientale. Per non parlare dei cuccioli che rimarrebbero soli: altro danno non calcolato. Nei scorsi giorni abbiamo presentato, assieme a Oipa, un ricorso al Tar contro questa assurda ordinanza”. Enpa, poi, conclude lanciando un messaggio forte e chiaro: “Oltre che per l’orsa, per i cuccioli e per l’ambiente, che rimangono i fattori principali, ignorare queste regole lancia un messaggio sbagliato all’intera società. Un messaggio per niente educativo e pregno d’odio verso il mondo animale”.
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