Cavallo trascinato da un’automobile
Scena da farwest registrata a Sora, in provincia di Frosinone. Come reso noto dalla stampa locale e da un comunicato della Guardia di Finanza, un uomo è stato denunciato per maltrattamenti di animali per aver trascinato il proprio cavallo dall’automobile.
Stando a quanto ricostruito, l’uomo era a bordo di una fiat punto ed è stato visto trascinare l’animale tenendolo dalle briglie con la mano fuori dal finestrino, spingendolo fino al galoppo.
Immediata la segnalazione da parte di alcuni testimoni che hanno allertato le forze dell’ordine, intervenute prontamente. Sul posto si sono presentate due pattuglie dei carabinieri che hanno intercettato l’autovettura nei pressi del fiume Liri.
Le autorità hanno riconosciuto il cavallo segnalato per il suo manto particolare con macchie marroni. L’animale era stato poi liberato in un branco con altri cavalli messi a pascolare in un terreno demaniale del Comune.
Durante i controlli è intervenuta anche la polizia veterinaria dell’ASL di Frosinone per accertare lo stato di salute del cavallo che a seconda di quanto riferito, “era apparentemente molto provato dalle sevizie subite”.
I veterinari hanno provveduto a controllare il microchip del cavallo in questione e degli altri cavalli presenti nel branco, risalendo al proprietario che è stato identificato e denunciato non solo per maltrattamenti ma anche per violazioni del Codice della Strada poste.
Il trasferimento dell’animale non solo violava il codice stradale ma poteva provocare danni a terzi. Lo stesso cavallo avrebbe anche potuto ferirsi gravemente, scivolando sull’asfalto.
La Guardia di Finanza ha concluso nel comunicato di essere “sempre in prima linea, vicino a chi ha bisogno, per fornire il proprio aiuto nelle operazioni di soccorso e nelle situazioni critiche nelle quali è chiamata ad intervenire”.
La famiglia di origine Rom era nota alle autorità che stanno effettuando ulteriori accertamenti.
Il proprietario stava probabilmente trasferendo il cavallo in un altro pascolo. Tuttavia, in diverse aree del paese, è prassi allenare i cavalli sul manto stradale. Durante il lockdown provocato dai rischi di contagio sono stati registrati diversi casi di corse di cavalli violando non solo il decreto di divieto di uscite ma anche le norme riguardanti la sicurezza degli animali.
E’ risaputo che l’asfalto è pericoloso per i cavalli. Una superficie sulla quale può facilmente scivolare e provocarsi ferite anche gravi come le fratture che per i cavalli nella maggior parte dei casi sono mortali.
A differenza di un cane, il cavallo è un animale molto pauroso, sempre in allerta. Essendo una preda naturale può reagire sempre in maniera improvvisa a un rumore o a un movimento strano.
In una nota, l’associazione Horses Angeles aveva ricordato una sentenza della Cassazione Pen. (Sez. III – dicembre 1998 n° 3914) per cui nei reati di maltrattamento “non è necessario che si cagioni una lesione all’integrità fisica dell’animale, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti”. Ovvero, confermando che per il reato di maltrattamento può essere ravvisato nel caso in cui l’animali sia sottoposto a sofferenze di tipo ambientale, comportamentale, logistico e operativo. In tal caso, l’allenamento dei cavalli sull’asfalto, provoca un danno agli arti dell’animale in quanto, ricorda Horses Angels, “l’asfalto non è idoneo per le corse in quanto non può attutire l’impatto dello zoccolo”.
Le corse di cavalli su strada sono pertanto un reato di maltrattamento, perché mettono a dura prova ossa e articolazioni dei cavalli. Si tratta anche di uno degli argomenti sul quale premono le associazioni animaliste per vietare le carrozzelle con i cavalli nelle città e che negli anni hanno evidenziato i gravi danni inflitti alle articolazione.
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C.D.
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