E’ stata emessa una sentenza di condanna dal Tribunale di Trapani in composizione monocratica, nei confronti di un uomo accusato di aver maltrattato un cane. Nello specifico, la sentenza emessa parla di 800 euro di multa con anche due mesi di reclusione (pena sospesa) per il reato di maltrattamento di animali. A giocare in favore dell’uomo è stata la richiesta di patteggiamento. Il tutto avvenne nel 2016 a Valderice, in provincia della città siciliana, con il quattrozampe che era scappato di casa. Ed il proprietario, nel recuperarlo, lo prese per le zampe picchiandolo. Ci fu anche una ragazza di 20 anni ad assistere alla scena ed a riportare la brutalità utilizzata dal padrone dell’animale, un uomo del 1942. La giovane aveva avvisato Enrico Rizzi, presidente del Noita, Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali. E dopo i maltrattamenti, il quattrozampe era stato lasciato legato ad un albero circondato dai propri escrementi oltre che da parecchia altra spazzatura di vario genere.
Rizzi nella circostanza si rivolse ai Carabinieri. Ed i militari intervennero procedendo al sequestro dello sfortunato cane. Per quanto riguarda l’uomo, questi venne denunciato dalla ragazza unitamente al figlio. I due lo tenevano da parecchio tempo in queste misere condizioni, stando a quanto emerso ai tempi. Ma ad essere stato sottoposto a giudizio è stato soltanto il padre. Suo figlio verrò giudicato in un processo a parte in cui si dovrà difendere dalle accuse di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, come spiegato dal Noita stesso in una nota. Due precedenti udienze si erano svolte rispettivamente nei mesi di marzo e maggio. Nella prima occasione di fu una sessione preliminare, seguita circa sessanta giorni dopo dal rinvio a giudizio. Ora la sentenza del giudice non può che lasciare soddisfatti tutti noi amanti dei cani e degli animali in generale. E l’auspicio è che casi del genere non avvengano mai più. Ma purtroppo con cadenza pressoché quotidiana siamo abituati a sentire di quattrozampe costretti a subire abusi ed angherie, senza che chi compie tali atrocità si renda conto delle inutili sofferenze che infligge a dei poveri esseri indifesi.
A.P.
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