Erano importati dall’Ungheria e venivano rivenduti in Italia, in Grecia e in Spagna.Una banda di criminali aveva messo in piedi una vera e propria organizzazione sgominata dai Carabinieri forestali di Cuneo.
Le indagini sono scattate dopo alcune denunce presentate dagli stessi acquirenti per le condizioni precarie di salute dei cuccioli e hanno interessato una decina di province italiane dove operava l’organizzazione per un giro di affari di 20mila euro al mese, lucrando sui poveri animali. Al termine dell’indagine, sono state indagate una ventina di persone, tra le quali due veterinari di Cuneo e due titolari di negozi a Torino, con le accuse di associazione per delinquere dedita al traffico internazionale clandestino di cuccioli, l’esercizio abusivo della professione medico-veterinaria, sostituzione di persona e la contraffazione della documentazione di accompagnamento degli animali.
Decine di persone risultano essere state truffate. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i poveri animali veniGli animali venivano ordinati ad un trafficante della provincia di Gorizia che aveva un allevamento in Ungheria e che vantava finti fornitori tra Grecia, Spagna, Polonia e altri paesi Ue.
I cuccioli dovevano affrontare lunghi viaggi, senza documentazione e primi dei trattamenti sanitari richiesti. Un traffico che non teneva conto delle loro condizioni di salute per cui venivano anche sottratti alla madre a soli 12 settimane. Molti esemplari si sono ammalati durante i viaggi e ovviamente il numero dei decessi era anche elevato.
Falsi pedigree, condizioni precarie di salute, finte vaccinazioni in accordo con veterinari complici nel territorio italiano che falsificavano i libretti registrando la nascita dei cani sul territorio italiano.
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