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Traffico di pit bull dalla Sicilia verso Germania e Serbia: la denuncia di Aidaa

@Getty images

Dopo la denuncia presentata dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), la procura della repubblica di Palermo anche la Procura della Corte dei conti siciliana hanno aperto un’indagine su Chiara Notaristefano alla quale era stata affidata la gestione del canile comunale per cui vi sarebbero stati degli illeciti sull’assegnazione del bando e le adozioni dei cani.La responsabile dell’associazione Aivac, Notaristefano, secondo Aidaa sarebbe stata al centro di un traffico di cani dei quali si sono perse le tracce dopo il loro ingresso al canile a Palermo.
In un recente post, Aidaa ha denunciato che negli ultimi tre anni, almeno 120 pit bull sarebbero partiti dalla Sicilia verso altri paesi, tra i quali la Germania e la Serbia, ma anche centinaia di cani malati di epilessia o lesmania e dei quali non si hanno più notizie.

“Questi sono i buchi neri del trasporto di cani della signora Notaristefano e delle sue colleghe e compagne. Cani malati per i quali in molti casi sono stati dati anche forti donazioni per la loro gestione e pitubull quasi certamente destinati combattimenti oltre cortina”, ha commentato l’associazione animalista anticipando di aver inviato “una segnalazione al ministero della salute per chiedere che si faccia chiarezza anche su questo ennesimo lato oscuro delle attività della nota trafficante ma non solo di lei”.

Di certo, le posizioni espresse dai Aidaa potrebbero essere fondate, considerando l’elevata presenza di cani di razza pit bull a Palermo e in Sicilia dove si registra il fenomeno dei combattimenti illegali dei cani, legati al giro di scommesse e alla criminalità organizzata. Molti volontari, ogni giorno, si trovano a dover gestire situazioni di emergenza con cani, reduci dai combattimenti. In ultimo, il ritrovamento di un esemplare, il giorno di Pasquetta ridotto in condizioni pietose, probabilmente, impiegato nei combattimenti. Una realtà diffusa sul territorio per cui i volontari e le associazioni animalisti chiedono da tempo, l’intervento delle autorità, senza mai ricevere un riscontro.

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