Un numero elevato di cuccioli di cane era utilizzato come scopo di traffico. I carabinieri Forestali li portano in salvo.
Gli animali purtroppo sono sempre “vittime” dell’uomo. Ogni giorno vi raccontiamo storie di cani, gatti, elefanti e altri amici a quattro zampe che vengono maltrattati o vivono in cattività .
Meno male, ogni storia ha il suo lieto fine. La cosa più bella al mondo però, sarebbe quella di poter leggere solo belle notizie che riguardano animali riempiti di coccole.
Purtroppo non tutti gli uomini amano gli animali. Alcuni li maltrattano mentre altri addirittura li utilizzano come merce. Quest’ultimo caso riguarda appunto la storia di cui vi parleremo oggi, dove i carabinieri Forestali sono riusciti a sventare un traffico illegale di cuccioli di cane tra Est-Europa e provincia di Cuneo.
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Operazione “Spank”, carabinieri Forestali sventano traffico di cuccioli di cane
Come vi abbiamo detto, e come ben saprete, la maggior parte degli uomini non amano gli animali e li utilizzano per i loro sporchi scopi. Il più delle volte mirati alla monetizzazione della loro vendita.
Oggi, con nostro piacere, possiamo raccontarvi una storia a lieto fine, resa tale grazie all’intervento dei carabinieri Forestali di Cuneo e la Stazione Carabinieri Forestale di Bra i quali hanno sventato un traffico illegale di cuccioli di cane tra Est-Europa e provincia di Cuneo.
L’attività dei Carabinieri Forestali, sotto il nome di operazione “Spank”, ha preso avvio a fine del 2018 in seguito ad alcune denunce di ignari acquirenti che dopo aver acquistato dei cuccioli di cane da una coppia di braidesi (B.M. e A.M), ne avevano subito constatato le cattive condizioni di salute.
I cuccioli di cane – tra i quali bassotti, barboncini, maltesi, bouledogue francesi ed akita -, una volta raggiunta illegalmente la provincia cuneese venivano sistematicamente venduti in tutto il territorio Nazionale.
I cuccioli venivano venduti privi delle necessarie garanzie sanitarie richieste per l’importazione di cuccioli dall’estero, come ad esempio le vaccinazioni antirabiche.
Inoltre, in alcuni casi, i cuccioli arrivati in Italia dall’Est Europa erano sprovvisti di microchip, perciò venivano identificati e registrati direttamente a nome del venditore o dell’acquirente finale come nati in Italia.
La coppia di braidesi, dunque è stata denunciata per importazione illegale di cuccioli, mano solo. A questi si aggiungono abusivo esercizio della professione medico-veterinaria, sostituzione di persona e falsi documentali.