E’ stato incastrato da un video lo scorso 12 dicembre con il quale un vicino di casa documentava i maltrattamenti e le torture ripetute ai danni di undici cani, reclusi all’interno di un recinto con il filo spinato, nel giardino dell’abitazione a San Ligorio, in provincia di Lecce.
L’uomo di 44 anni, aveva dei precedenti di vario tipo. danneggiamenti, reati contro il patrimonio e droga, viveva in condizioni precarie. In totale, sono stati sequestrati undici meticci di varia taglia sui quali erano evidente le ferite provocate dalle sevizie inflitte. I poveri animali sono stati affidati, su disposizione del servizio veterinario dell’Asl di Lecce, al canile comunale. Alcuni cani erano in fin di vita, denutriti, costretti a vivere nella sporcizia e a mangiare le loro feci.
In quella che è stata definita la “casa degli orrori”, l’uomo legava i cani ad un palo e li colpiva con una mazza e una volta a terra li prendeva a calci o a pugni. Nel filmato condiviso in rete, si vede che li lanciava in aria i cagnolini e li colpiva cercando di centrare la testa dell’animale.
A distanza di un mese, la Procura di Lecce ha concluso le indagini. Le autorità coinvolte hanno accertato che solo tre cani avevano il microchip, mentre altri due cani appartenevano al padre del 44enne. Secondo, le indiscrezioni, le sevizie inflitte erano mirate ad educare i cani perché avevano appunto l’abitudine di mangiare i propri escrementi. Tuttavia, dalle indagini, non è stato ritrovato cibo nel recinto.
L’uomo avrà venti giorni di tempo per un interrogatorio spontaneo per le memorie difensive prima che il Pm chiuda la fase delle indagini preliminari.
Il reato di maltrattamento animali è inserito nel codice penale all’art. 544-ter e stabilisce che:
“1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.
2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
Una pena che per molti è insignificante. Troppo poco per la crudeltà e la violenza inflitta a creature indifese.
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