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Torturano un cane: è rimasto tutta la notte solo, agonizzante sull’asfalto

Non hanno scrupoli, provano piacere nel fare del male ad un animale e sono individui potenzialmente pericolosi per la società. Sono persone della porta accanto con le quali magari ogni giorno ci relazioniamo e che in realtà sono capaci di fare le peggiori torture ad un animale.

E’ un dato di fatto del quale dobbiamo prendere atto, considerando la violenza quotidiana che vede come vittime i 4zampe. Alcuni casi, come la morte di Angelo, il cane ucciso a Sangineto per il quale si aprirà il processo il prossimo 27 aprile, sono diventati dei simboli per il clamore ma soprattutto per la crudeltà e la sofferenza inflitta ad un povero animale indifeso. La rabbia è spesso accompagnata da un senso di frustrazione in quanto nella maggior parte delle volte è difficile individuare i responsabili.

Il Sud è una terra di nessuno dove permangono ancora retaggi culturali legati ad una tradizione contadina e un contesto di emarginazione collegato ad una realtà omertosa di una criminalità organizzata. Molte regioni, come la Sicilia, la Calabria, la Puglia o la Campania sono spesso al centro di fatti di cronaca rivoltanti.

A Serra San Bruno, ancora una volta, si è consumato l’orrore: quello di un cane che qualcuno aveva voluto uccidere legandolo ad una ringhiera di un palazzo abbandonato per strangolarlo.

Il povero esemplare è stato trovato agonizzante, in mezzo ad una carreggiata dove aveva passato tutta la notte senza che nessuno si fosse accorto di lui. Forse era riuscito a liberarsi, in un tentativo di sopravvivenza, trascinandosi fino alla strada per chiedere aiuto e scappare lontano dal luogo in cui era stato condannato a morte.

Grazie ad un passante, preso a commozione, il cane è stato recuperato e soccorso. Il fatto ha nuovamente sollevato l’indignazione e come viene reso not, sarà seguito dal Diga, lo sportello Difendiamo gli animali per conto delle diverse associazioni animaliste che hanno presentato una denuncia.

“Non è concepibile registrare simili episodi senza restare attoniti e, soprattutto, senza preoccuparsi per la presenza di soggetti, evidentemente disturbati, nella nostra società. L’idea che ci siano in giro simili personaggi, che ingannano il tempo torturando barbaramente una povera e indifesa bestiola, è terrorizzante nella misura in cui tali comportamenti sono l’evidente espressione di un disagio psicologico, pericolosa anticamera di misfatti contro l’uomo. Proprio per questo si auspica quindi che gli autori di questa atrocità, al momento ignoti, vengano individuati e processati. Ricordiamo a questo proposito che i maltrattamenti contro gli animali costituiscono reato ai sensi del codice penale, che punisce chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona gli una lesione ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, prevedendo oltre alla multa da 5.000 a 30.000 euro anche la pena della reclusione da tre a diciotto mesi, che va da quattro mesi a due anni nel caso invece di uccisione”, ha dichiarato il Delegato Nazionale dello Sportello legale gratuito “Difendiamo gli animali”, avvocato Anita Frugiuele.

In un sistema in cui la società ci ha assuefatti alla violenza e alla morte gli animali, come evidenziato dal noto filosofo Derrida, “ci mettono a nudo” di fronte al nostro essere. Non è possibile restare indifferenti e in silenzio. Il maltrattamento di animali va segnalato e basta trovare il coraggio di parlare e soprattutto di ribellarsi alla violenza, se vogliamo iniziare a costruire una società più equa e giusta.

Per maggiori informazioni su Difendiamo gli animali:
Tel. 3298059844
mail: difendiamoglianimali@virgilio.it

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