Medinaceli è un comune spagnolo di 737 abitanti situato nella comunità autonoma di Castiglia e León. Qui ogni anno si svolge una manifestazione cruenta. Si chiama El toro Jubilo, detta anche festa del “toro di fuoco”. Si tratta di una festività pagana, comune a tante località spagnole, che si celebra a novembre. Ma che di anno in anno suscita polemiche da parte degli animalisti. Non solo Pamplona, dunque, nelle lotte degli animalisti spagnoli contro lo sfruttamento dei tori.
Negli anni, è stata anche lanciata una petizione, rivolta al governo di Madrid e a quello della comunità autonoma. Si legge tra l’altro: “Vorrei che venga posta fine alla tortura di questo nobile animale. Penso che sia una barbarie quello che fanno al toro. Siamo in tanti e vogliamo porre fine a questa tortura, che non è arte o cultura”.
Anche la Peta si è interessata della questione e ha lanciato una mobilitazione contro questo sconcertante abuso. In prima fila anche il Partido Animalista Contra el Maltrato Animal (Pacma) che denuncia da anni il maltrattamento dei tori. Ma in cosa consiste la festa, della quale anche in passato vi abbiamo parlato? Il rituale consiste prima di tutto nell’immobilizzare il toro. Poi poi vengono poste su entrambe le corna delle palle di pece a cui viene appiccato il fuoco. L’animale, a quel punto nel panico, inizia a correre all’impazzata lungo le strade. Inoltre, l’area viene circondata in modo che il toro non possa andare lontano.
Quello che appare ancora più sconcertante è che il toro sia costretto a correre per ore con le corna infuocate, del tutto terrorizzato. Ci sono state volte in cui i tori hanno tentato di uccidersi lanciandosi proprio contro i muri per porre fine al dolore lancinante. Ma perché tanto orrore? Il motivo è sconcertante ancora più della pratica. Infatti, una volta morto, la carne di toro viene divisa tra i presenti. La vulgata popolare ritiene che la carne di un animale torturato possa accrescere la loro fertilità e renderli invincibili.
Nonostante ciò, gli organizzatori della festa sostengono che al toro non succede nulla. Si tratta invece purtroppo di una violenza del tutto gratuita. Questa scaturisce da tradizioni arcaiche per cui l’animale viene considerato un oggetto e non un essere vivente.
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GM
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