Torna l’invasione della cimice: una calamità

Torna l’invasione della cimice: una calamità

Cimice asiatica è allarme

cimice asiatica

Agricoltura minacciata dall’invasione delle cimici. Torna come ogni anno, il timore riguardante la specie cimice asiatica (Halyomorpha halys) altamente infestante e che in Lombardia sta già iniziando a invadere le città.

In questo modo, specificano gli esperti, passando dai campi alle città, durante l’autunno e l’inverno, la cimice riesce a sopravvivere in un clima più mite.

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Fastidiose e devastanti per l’agricoltura tanto che negli anni scorsi, la cimice asiatica in diverse regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Toscana e Lazio ha comportato danni dal 15% all’80% all’agricoltura, colpendo frutteti e vigneti anche in Puglia.

Gli agricoltori si sento frustrati perché è difficile contrastare l’invasione delle cimici.

“Ci sentiamo impotenti e anche angosciati. Facciamo quattro trattamenti all’anno, con piretroidi o estero fosforico, ma le cimici adulte non muoiono mai e le neanidi, le piccole, si riducono al massimo del 40%. Una cimice arriva a fare 400 uova all’anno e a fine stagione anche quelle nate in primavera faranno 400 uova a testa. Se metti le reti fitte che coprono quelle antigrandine e arrivano fino a terra, devi spendere circa 24.000 euro per ettaro. E se qualche cimice è già nascosta fra le foglie potrà continuare a crescere in pace. Se anche il prossimo anno ci sarà un disastro come questo, non riusciremo più a mantenere i nostri frutteti. Qualcuno pensa già all’espianto”. Dichiarano gli agricoltori.

Lorenzo Bazzana, responsabile economia della Coldiretti nazionale, ha infatti dichiarato che si tratta di una battaglia lunga e difficile.

Cimice asiatica: calamità

Pare che vi sia uno strumento naturale per combatterle. si tratta della vespa Samurai, Trissolcus japonicus. Tuttavia, trattandosi di specie non autoctone “aliene” il ministero dell’Ambiente, non ha rilasciato l’autorizzazione.

L’allarme cimici è comunque estesa in tutto il mondo. Tanto che in alcuni paesi le navi cargo vengono respinte perché sono stati individuati degli esemplari di cimici a bordo.

“L’industria può ritirare solo una parte della frutta compromessa, perché la cimice ha una saliva tossica che può essere accettata solo in quantità minime. Anche i mulini non vogliono il grano con la cariosside perforata dall’insetto asiatico. Le conseguenze? Prezzi più alti per i consumatori e soprattutto crollo delle esportazioni della nostra frutta. Altri Paesi sono pronti a occupare lo spazio lasciato vuoto dai nostri coltivatori”.Ha sottolineato a Bazzana della Coldiretti.

Nel Veneto si stimano danni per 100milioni agli agricoltori. Tanto che il caso è arrivato in Regione che ha già stanziato 3 milioni di euro per l’agricoltura. Lo stesso assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan assicura di voler chiedere aiuto al governo. “Se serve batteremo i pugni sul tavolo a Roma per ottenere l’aiuto che serve ai frutticoltori del veneto e dell’Italia in generale”.

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C.D.

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