Tiene il cucciolo di cane legato in un armadio. Intervengono i volontari dell’Enpa
Nel Comune di Sovico nella provincia di Monza e Brianza sono intervenute le Guardie Zoofile dell’Enpa per salvare un cucciolo di cane di sei mesi che era detenuto legato in un armadio. Sul posto sono giunti i volontari del Nucleo Antimaltrattamenti della sezione Enpa Monza che hanno provveduto a liberare il povero animale dopo la segnalazione di un testimone.
Secondo quanto riferito, il testimone avrebbe visto anche il padrone avvicinarsi al cane con un bastone per spaventarlo e farlo smettere di abbaiare. Durante un sopralluogo dei volontari del Nucleo Antimaltrattamenti di Enpa Monza e Brianza ha constatato quanto segnalato: il cucciolo è stato trovato all’interno di un grande armadio ed era visibilmente spaventato. Ma non solo, aveva una grossa catena di ferro che impediva i suoi movimenti. Quello che viene ricordato è che il cucciolo era stato adottato tramite i social dalla Campania. I proprietari si sono poi accorti che era troppo impegnativo e si sono così liberati del problema, chiudendolo nell’armadio.
Inoltre, la pettorina non era mai stata cambiata da quando era stato adottato ed era diventata troppo stretta. I volontari hanno così dovuto tagliarla per liberare il povero cucciolo.
Una condizione che violava il benessere etologico della specie e di maltrattamento dell’animale.
Il cucciolo chiamato Cricket è stato liberato dai volontari che hanno raccontato quanto sia stato toccante toglierlo da quel luogo.
“È stato davvero commovente vederlo saltare e fare le feste, quasi volesse manifestare ai volontari la propria riconoscenza per la fine dell’incubo”, ha dichiarato uno dei volontari intervenuti sul posto.
Il cucciolo è stato portato al canile di Monza. Fortunatamente, le sue condizioni di salute erano buone.
I proprietari sono stati denunciati per maltrattamento dopo aver accertato le condizioni di deprivazione sociale e di maltrattamento. Adesso, Enpa spera in una nuova adozione del cuore con la quale far dimenticare al Cricket gli orrori passati nei primi mesi della sua vita.
Maltrattamento di animale
Il maltrattamento di animale è un reato penale. Per legge non si tratta solo di infliggere sofferenze fisiche o lesioni all’animale ma anche la violazione delle esigenze etologiche dell’animale che siano ambientali che fisiche. E’ quanto ha confermato anche la Cassazione Pen. (Sez. III – dicembre 1998 n° 3914) in una sentenza nella quale si affermava che nei reati di maltrattamento “non è necessario che si cagioni una lesione all’integrità fisica dell’animale, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti”. Ovvero, il reato di maltrattamento può essere ravvisato nel caso in cui l’animali sia sottoposto a sofferenze di tipo ambientale, comportamentale, logistico e operativo.
La deprivazione sociale e la detenzione in un luogo non idoneo sono evidenti maltrattamenti psico fisici.
In merito alle adozioni, purtroppo è stato più volte ribadito dai volontari la necessità di verifiche sulle famiglie adottanti. Molte associazioni animaliste, soprattutto per le adozioni a distanza, si avvalgono di una rete di volontari in tutta Italia per garantire questi controlli. Prima dell’adozione è prassi che siano effettuati controlli pre affido per verificare le condizioni ambientali in cui andrà a stare il cane ma anche lo stile di vita dei proprietari che sia idoneo per l’animale. Inoltre, come emerge da questo caso, sono anche necessari controlli post affido per monitorare quanto meno l’esito dell’adozione.
Troppo volte animali domestici vengono adottati sulla scia emotiva e in modo superficiale. Persone inesperte che non sanno come gestire un cane o un cucciolo e che di fronte ai primi ostacoli non si fanno scrupoli nell’abbandonare l’animale o nel chiudere l’animale in un recinto, senza più interagire con lui.
In passato, sono stati denunciati i rischi delle adozioni in rete che non tutelano in molti casi gli animali. Ecco perché è fondamentale che le associazioni animaliste siano le prime responsabili così come privati cittadini. La priorità è garantire e tutelare l’animale attraverso alcune pratiche. Prima di essere dato in adozione si dovrà effettuare un controllo pre affido, il cane dovrà essere microchippato e se è un cane adulto possibilmente sterilizzato o castrato oppure con l’impegno che la famiglia adottiva lo sterilizzi in un secondo tempo. Infine, la famiglia adottiva dovrà effettuare il passaggio di proprietà. Dopodiché, almeno nel primo anno dopo l’adozione, sono necessari controlli post affido per monitorare il buon fine dell’affidamento.
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C.D.